Gestione del rischio sismico bis Cialente ancora dal giudice

Il pm ha chiesto il non luogo a procedere ma c’è opposizione delle parti lese. Udienza il 20 febbraio Una prima denuncia inoltrata dall’«Associazione 309 Martiri» è stata già archiviata nel 2013

L’AQUILA. Il tema della gestione del rischio sismico torna di nuovo all’attenzione del giudice che deve esaminare una seconda richiesta di archiviazione su questo argomento. La prima denuncia, fu presentata dall’ «Associazione 309 Martiri», e contestava al sindaco Massimo Cialente una cattiva organizzazione del pre-sisma con una serie di mancate iniziative.

In astratto si contestavano delle omissioni d’atti di ufficio. La Procura ha chiesto di archiviare ma nonostante un’opposizione ci fu l’archiviazione da parte dei giudice per le indagini preliminari del tribunaleGiuseppe Romano Gargarella. Decisione che non può essere appellata.

Ora si sta riproponendo una situazione fotocopia con un’altra denuncia che vede tra i promotori il consigliere comunale Vincenzo Vittorini e altre persone che hanno avuto vittime tra i loro familiari in seguito al sisma. Anche in questo caso la Procura ritiene che non sia il caso di imputare ad amministratori comunali le contestazioni fatte dai ricorrenti. I quali, però, non demordono e hanno presentato una nuova opposizione che verrà discussa il 20 febbraio o in altra data visto che è stato indetto uno sciopero dal 17 febbraio di sette giorni. Si faranno solo udienze con i detenuti. Comunque le parti lese, rappresentate dall’avvocato Angelo Colagrande, confidano in un altro esito della vicenda. Per contro la Procura ha sempre sostenuto che comunque un piano era stato predisposto e le possibili inefficienze successivamente riscontrate potevano prevedere profili di natura civile o amministrativa ma non penali. Secondo i ricorrenti, invece, era stato violato perlomeno l’obbligo di informazione durante lo sciame sismico. Per cui, a livello di prevenzione e gestione di rischio sismico, la popolazione sarebbe stata lasciata a se stessa. Le possibili aree di accoglienza su cui la popolazione impaurita si sarebbe potuta convogliare erano già occupate. Sette mesi fa il medesimo consigliere comunale Vittorini aveva chiesto le dimissioni dell’allora assessore alla Protezione civile, Riga, pure lui chiamato in causa dai ricorrenti. Egli, nelle sue motivazioni, sostenne che dopo oltre 1500 giorni passati dal terremoto del 6 aprile 2009 ancora non era stata fatta una sola esercitazione in città con la simulazione di un forte terremoto. Per cui, a suo dire, L’Aquila sarebbe potuta diventare un modello in termini di prevenzione sismica ma nella realtà sarebbe stata sprecata un’occasione imperdibile. Per contro, un’esercitazione ci fu ma a Campotosto. Riga riconsegnò la delega ma non per le richieste di Vittorini. Poi si è dimesso da vicesindaco dopo l’inchiesta «Do ut des» pur dichiarandosi estraneo ai fatti.

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