I negozi in centro storico preparano il trasloco-bis

Viaggio tra cantieri e attività commerciali, trasferimenti e chiusure I titolari puntano sulla vendita online e sull’affezione dei clienti storici

L’AQUILA. La polvere sul corso è tanta al punto che a tratti devi camminare con la felpa sulla bocca. Il rumore di martelli, trapani e frullini nelle ore di punta sovrasta qualsiasi altro suono. Alcuni vicoli sono completamente spogli. Sampietrini temporaneamente rimossi per far passare gas, luce, acqua, scarichi e fibre ottiche. Lo smart tunnel che avanza. Negozi che spariscono e che riappaiono qualche decina di metri più avanti. Negozi che spariscono e basta, perché non ce la fanno. Eppure, in tutto questo, c’è chi guarda avanti e crede che si possa ancora investire nel centro dell’Aquila, puntando sulla qualità. «Fino a poco tempo fa», valuta Luca Ciuffetelli del bar del Corso, «gran parte delle attività riaperte, una trentina in tutto, era costituita da locali e ristoranti. Ora, in queste ultime settimane qualcosa si muove». Tra l’altro, la tragedia e la necessità di riaprire a stretto giro avevano spinto molti gestori a fare alla meno peggio. Due tavoli, qualche sedia e via: alle strutture esterne ci pensava il meccanismo delle agibilità parziali. Adesso no. La logica del rattoppo non sta bene a tutti. «Ad esempio», riprende Ciuffetelli, «sono contento della scelta dell’accordo siglato da Luca Grimaldi e Ugo Mastropietro che consentirà l’apertura di una gioielleria qui ai Quattro Cantoni».

Certo, la presenza di palazzo Fibbioni ha cambiato un po’ le cose. «In molti si fermano al nostro bar», conferma il gestore, «di passaggio verso il Comune. Il resto lo fanno gli operai dei cantieri aperti». Ora, sull’asse centrale ne sono tanti. La situazione è però diversa alla Villa Comunale. Molti lavori nella parte bassa sono stati riconsegnati e gli operai dei cantieri sono andati via. I flussi della manodopera fanno la differenza. «In più», sottolinea Adelmo Giardini, titolare della tabaccheria, «i lavori ai sottoservizi che stanno sventrando via XX Settembre hanno modificato la viabilità di questa zona. Si passa solo in un senso e questo costringe i veicoli a fare un giro altrove». Così il traffico è diminuito e se hai una tabaccheria ti rendi conto subito. Per un pacchetto di sigarette non si viene qui apposta. Altra cosa è per chi gestisce un’attività che consente di sviluppare negli anni un rapporto con i clienti. È il caso del negozio di abbigliamento di Marta Sista, in corso Federico II, della libreria Caffè Polar, oppure quello di strumenti musicali di Carlo Romano e Antonella Scarsella. «I nostri clienti non cambiano a seconda dell’evoluzione della mappa dei cantieri», spiegano i due, «semmai nell’arco di questi ultimi anni è cambiato il tipo di richiesta, così come sta cambiando la distribuzione. Ad esempio, l’offerta su internet è variegata e ora stiamo valutando se appoggiarci a canali di vendita on line. Adesso, poi, pare che tutti vogliano gli strumenti Yamaha». Anche l’insediamento in centro di franchising spagnolo come “100 montaditos” costituisce in qualche modo una scommessa: quella di poter contare ancora su una clientela fatta in larga parte di studenti. Proprio lì, in corso Federico II, si stanno reinsediando varie attività che ora devono lasciare la parte alta della piazza per l’avvio dei lavori di ristrutturazione, parliamo del Bar Nurzia, della Luna e della Camoscina ad esempio. Contemporaneamente, su corso Vittorio Emanuele, sta aprendo una gelateria. Si rivede qualche turista. L’estate non è poi così lontana.

Fabio Iuliano

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