I nuovi tesori del Fucino

I reperti archeologici emersi negli ultimi anni da oggi ad Avezzano

Tutti i tesori riemersi dagli scavi archeologici marsicani effettuati negli ultimi cinque anni saranno esposti in una mostra intitolata «Nuovi tesori dal Fucino», allestita nella sala conferenze del palazzo municipale di Avezzano e aperta da oggi fino al 13 aprile. Le opere in mostra sono frutto di «scavi di emergenza».

Scavi, cioè, condotti in seguito a interventi per la realizzazione di opere pubbliche e private, a far sì che gli archeologi scoprissero l’esistenza di necropoli, ville e santuari situati intorno a quelle che un tempo erano le rive dell’ex lago del Fucino.

I frutti di queste campagne di scavo, sommati a quelli degli interventi che generalmente la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo conduce in alcuni siti marsicani, saranno oggi protagonisti di questa «mostra di cantiere» voluta proprio per far sì che tutti possano vedere i tesori riportati alla luce.

L’iniziativa è stata promossa e organizzata dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo e dal Comune di Avezzano ed è stata poi curata e allestita dall’associazione culturale Antiqua.
 La mostra sarà inaugurata, oggi pomeriggio alle 17, e rimarrà aperta nella sala conferenze del palazzo municipale fino al 13 aprile. La mostra è inserita tra gli appuntamenti di «Innamorati dell’arte», l’iniziativa promossa dal Mibac (Ministero per i beni e le attività culturali) con l’intento di «far innamorare dell’arte» un pubblico sempre più ampio.

Oltre 500 saranno i reperti presenti nella sala conferenze del Comune, esposti secondo un percorso espositivo ben preciso: oggetti provenienti dalle necropoli, dalle città e dai santuari e infine quelli ritrovati nelle ville. Sono stati questi, infatti, gli edifici, databili tra l’VIII secolo a.C. e il XIV secolo d.C., riscoperti dalla Soprintendenza. Provengono dalla necropoli dell’VIII secolo di Brecciara-Cretaro, una zona periferica di Avezzano, i dischi di bronzo dell’età del ferro e i corredi funebri, con spille, ornamenti, collane di ambra, fibule con decorazioni di osso e ambra e utensili per la tessitura, tipici delle tombe femminili, esposti nella mostra.

Gli scavi che hanno portato alla scoperta della necropoli sono seguiti ai lavori per la realizzazione del centro di smistamento delle merci della città.
 Nel cantiere aperto per l’edificazione del Consorzio di bonifica sulla statale Tiburtina di Celano è, invece, stata condotta una campagna di scavi che ha riportato alla luce un’altra necropoli romana del I-III secolo d.C. A differenza di quella di Brecciara i corredi trovati all’interno delle tombe di questa necropoli, definite a cappuccina per la loro forma, sono molto umili, semplici. Una delle tombe però verrà ricostruita all’interno della mostra proprio per il «tesoro» che custodiva all’interno: i resti di due bambine molto piccole abbracciate tra loro, con degli orecchini in oro uguali e la più grande con un bracciale di bronzo.

Molto grandi sono le sepolture rinvenute durante gli scavi per l’anfiteatro condotti a Marruvium, l’attuale San Benedetto dei Marsi. Gli esperti della Soprintendenza, mentre cercavano di riportare alla luce le mura del vecchio anfiteatro, hanno scoperto al di sotto delle tombe di età tardo repubblicana, edificate prima dell’anfiteatro.
 Di tutt’altro genere sono, invece, i reperti provenienti dal Santuario della Dea Angitiae, di Lucus Angitiae, attuale Luco dei Marsi, e di San Potito, dove la campagna di scavi è stata condotta dall’università dell’Ungheria e dall’Università dell’Aquila. Cercheranno di far capire ai visitatori quanto profondo era il senso della spiritualità dei marsicani le statuine ex voto esposte alla mostra, provenienti da Lucus Angitiae.

Pezzo rari sono, poi, gli orecchini in argento presenti nell’esposizione, rinvenuti negli scavi di San Potito dai quali è emersa una Chiesa e un cimitero del IX-XII secolo d.C.
 Un’area isolata sarà dedicata all’interno dell’esposizione a un «donario» riconsegnato alla Soprintendenza da un cittadino di Cerchio, che lo aveva trovato per caso nei campi intorno al paese. Il «donario», oltre a essere un pezzo unico nel suo genere, è anche un esempio di come bisogna comportarsi quando si trova un oggetto d’arte. Accanto al reperto, infatti, verrà posta una tabella che spiegherà proprio cosa bisogna fare quando si trova un reperto archeologico.

Il «donario» trovato a Cerchio è una piccola vasca di pietra, con incisa all’esterno la dedica ad Ercole e con all’interno delle monete dell’epoca, generalmente posta fuori ai tempi. Il ritrovamento di questo reperto ha innescato subito una campagna di scavo non invasiva, volta a mettere in luce la presenza o meno di un tempio in quella zona.

Altri tesori del Fucino esposti nella mostra sono stati recuperati nel sito archeologico di Alba Fucens, dove si scava da anni, e all’interno della domus classica scoperta alle porte di Avezzano in seguito ai lavori per la realizzazione del centro commerciale «I Marsi». Le mura perimetrali e le fondamenta della casa, nonché lo splendido mosaico policromo che è emerso all’interno ora simbolo del centro, saranno visitabili a partire dalla prossima primavera.

 Orari: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; la domenica soltanto dalle 16 alle 19.
 Ingresso: gratuito.
 Info: associazione culturale Antinqua tel. 349-4542826, e 320-9441097, e su Innternet all’indirizzo   www.associazioneantiqua.it