Il battaglione L’Aquila nacque così

Fu costituito ufficialmente nel 1945, combattè sulla linea Gotica, occupò Torino

L’AQUILA. Il Ministero della Guerra, in data 13 aprile 1945 con Circolare 5100, comunicò agli organi competenti: "Oggetto: Costituzione del battaglione alpini Aquila presso il 9° Reggimento alpini. Dispongo che sia subito costituito presso il 9° Reggimento alpini un terzo battaglione che assumerà in denominazione di "Aquila". All'uopo sia provveduto: a) al personale (ufficiali, sottufficiali, truppa), con perequazione interna del 9° alpini, avendo cura di trasferire al nuovo battaglione prevalentemente gli elementi abruzzesi (distretti di Aquila, Teramo, Chieti, Sulmona) in modo da conferire al battaglione la caratteristica regionale abruzzese". Il 21 dello stesso mese a Gorizia, in attuazione della Circolare, fu costituito il Battaglione Alpini "L'Aquila", con una dotazione di 89 muli e con le Compagnie 93ª, 108ª, 143ª, dove rimarrà fino al 1939, con il motto dannunziano, "D'Aquila Penne, ugne di Leonessa".

Il neonato Battaglione "L'Aquila" veniva ad affiancarsi al "Vicenza" e al "Bassano". Fu affidato al nuovo comandante maggiore Paolo Signorini, considerato non solo il primo comandante ma il padre e il fondatore. Nel 1938 è costituita la compagnia comando del Battaglione, e ciò a seguito di una decisione dello Stato Maggiore Esercito che riguarda tutti i battaglioni alpini. Il Battaglione "L'Aquila", inquadrato nel 9° Reggimento Alpini, durante la Seconda Guerra Mondiale, prese parte alla campagna di Grecia e Albania dal 1940 al 1941, operando tra Smolika e Scindeli. Partecipò alla Campagna di Russia tra il 1941 - 1942, operando nella zona di Selenij Yar e del Don, ove venne completamente annientato. Fu sciolto a seguito della firma dell'armistizio l'8 settembre 1943 nella Venezia Giulia.

Il Battaglione L'Aquila nel Corpo di Liberazione. L'armistizio dell'8 settembre 1943, trovò gli alpini lontani dalle loro montagne, sparsi su tutti i fronti, travolti anche loro dalla dissoluzione dell'esercito. Il 30 settembre due battaglioni alpini, il Piemonte e L'Aquila, e uno di bersaglieri, il Goito, costituirono il Gruppo di Combattimento Legnano, che fu posto al comando del Colonnello Galliano Scarpa. Nell'estate 1944 lo Stato Maggiore del Regio Esercito dispose la costituzione di un nuovo battaglione di alpini abruzzesi. L'incarico di reclutare i richiamati e i volontari fu affidato al magg. Aldo Rasero, alpino ligure, che aveva combattuto contro i Tedeschi nella zona del Gran Sasso a fianco della banda Di Vincenzo, al comando di un gruppo di formazioni partigiane con le quali aveva preso parte alla liberazione della città dell'Aquila. Da questo distaccamento, ingrossato da Alpini che avevano prestato servizio nelle file dei battaglioni "L'Aquila" e "Val Pescara", nacque nei pressi di Piedimonte d'Alife il Battaglione Alpini "Abruzzi".

Dal successivo 25 novembre riprende il nome di Battaglione Alpini "L'Aquila" e prende parte alla fase finale della Guerra di Liberazione. Al comando fu designato il maggiore Augusto De Cobelli. Questi, ucciso da un cecchino tedesco durante una perlustrazione, cadde in braccio al suo aiutante maggiore tenente Dario D'Armi, fu sostituito dal tenente colonnello Piero Sampò. Combattendo a quota 160 in Valle Idice, contribuì al crollo della linea Gotica, aprendo così la strada alla liberazione di Bologna. Con le sue compagnie occupò Spluga, Tirano, Bormio, Stelvio, Pavia, Alessandria, Asti, Torino dove giunse il 2 maggio 1945.

La Guerra di Liberazione costò agli abruzzesi 30 morti e 175 feriti. Per il contributo dato, al Battaglione L'Aquila furono concesse: una medaglia d'oro, una d'argento, 14 di bronzo e 9 croci di guerra al Valor Militare. Esso costituì il primo nucleo intorno al quale rinacque l'8° Reggimento Alpini e successivamente la Brigata Alpina Julia. Infatti, il 15 ottobre 1949, nel 77° anniversario della fondazione del Corpo degli Alpini, fu ricostituita la Julia, come Brigata Alpina. Alla memoria del comandante maggiore Augusto De Cobelli venne conferita la Medaglia d'Oro al valore militare: «Ufficiale di leggendario valore sapeva creare in pochi mesi dal nulla un battaglione alpino di saldissime qualità spirituali e operative che portava al fuoco suscitando l'ammirazione dei vecchi e già provati battaglioni del reggimento e delle truppe alleate».

Maurilio di Giangregorio

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