Il Comune aumenta la tassa rifiuti «Cittadini, dovreste dirci grazie»

Il sindaco: in mancanza dei trasferimenti statali avremmo dovuto alzarla non del 20% ma del 50% L’opposizione va all’attacco. Senza l’approvazione dei bilanci ora si rischia il commissariamento

L’AQUILA. Non sono servite le proteste dell’opposizione, e non è bastato neanche il parere negativo dei revisori dei conti a bloccare l’aumento della tassa sui rifiuti. La maggioranza ha serrato i ranghi e ha detto convintamente sì all’innalzamento del 20 per cento dell’aliquota Tari. Il provvedimento, già licenziato dalla commissione, è approdato ieri all’esame del consiglio comunale assieme al piano finanziario dell’Asm e alle aliquote Tasi e Imu, rimaste invariate rispetto al 2015. Non sono mancati, come al solito, momenti di tensione verbale, soprattutto all’approssimarsi della fine della seduta, con il vicepresidente Ermanno Giorgi protagonista di un tentativo piuttosto acceso di riportare un po’ di silenzio in aula. Ad aprire i lavori il sindaco Massimo Cialente. «Ci accingiamo a votare», ha detto, «un provvedimento tecnico, ma lo facciamo con la serenità e la consapevolezza di aver agito con responsabilità istituzionale e amministrativa. Nel momento in cui andiamo ad avviare la discussione in quest’aula», ha proseguito, «non abbiamo certezze rispetto alla tempistica e all’entità dei trasferimenti dal governo per compensare le maggiori spese e le minori entrate sostenute a seguito del sisma. Sappiamo», ha aggiunto a proposito dei 24 milioni ancora latitanti, «che la disponibilità dei fondi c’è. Occorre però trovare uno strumento normativo che ne autorizzi il trasferimento. Nello stesso tempo, tuttavia, la legge ci impone di fissare la tariffa della Tari». In assenza dei trasferimenti statali «e nella necessità di provvedere entro fine aprile alla fissazione della tariffa», ha aggiunto, «avremmo dovuto aumentare la tassa del 50 per cento rispetto allo scorso anno. Non ce la siamo sentita di chiedere questo sacrificio ai cittadini. Noi, tuttavia, sentiamo di doverci assumere la responsabilità di votare questo atto, con la serenità e la consapevolezza che, guardando gli andamenti tabellari, e dunque dati alla mano, sappiamo che l’aumento annuale delle abitazioni tornate agibili, unitamente alla lotta all’evasione fiscale che la nostra amministrazione sta portando avanti, ci consentirà già dal prossimo anno di ridurre la tariffa, arrivando nell’arco dei prossimi tre o quattro anni, a livelli inferiori al 2008. Richiameremo gli esponenti del governo alle loro responsabilità e agli impegni che hanno assunto. Non consentiremo che un eventuale commissariamento, dovuto al mancato rispetto di tali impegni e non certo a mala gestio, blocchi una ricostruzione che, finalmente, è avviata e ci consente, dopo anni di sacrifici, di vedere la luce in fondo al tunnel». Le speranze sono ora legate al decreto enti locali, che dovrebbe essere varato a giugno. Polemici gli interventi dell’opposizione. Uno su tutti, quello del consigliere Daniele Ferella. «Perché approvare questi aumenti», ha chiosato, «alla soglia dello scioglimento del consiglio, se è vero che i soldi attesi dal governo prima o poi arriveranno? Sono aumenti che, comunque vadano le cose, andranno a gravare sulle tasche dei cittadini».

Ancora più affilato il commento dell’ex assessore al Bilancio Lelio De Santis. «Il sindaco», ha detto l’esponente dell’Idv, «ha proposto e fatto approvare da una maggioranza, preoccupata di andare a casa anzitempo, l’aumento della Tari del 20% invece del 50% e pertanto, si aspetta applausi...ma l’anno scorso, con le identiche difficoltà, nonostante un assessore troppo indipendente, la Tari non è aumentata, anzi per le attività produttive e commerciali è diminuita del 5%».

Non avendo approvato il bilancio consuntivo e di previsione, per il Comune ora è in dirittura d’arrivo la diffida del prefetto.

Angela Baglioni

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