Il piano del ministro colleziona un coro di no

Bocciato il dualismo Regione-Comune. Gli ingegneri: così si torna indietro di due anni, chi ha fallito non può continuare a gestire

AQUILA. La proposta del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca non piace. Nei contenuti e nella sostanza.

Un coro unanime di «no» ha accompagnato il piano, illustrato nel corso dell'assemblea cittadina in piazza Duomo. Un passaggio graduale di poteri che prevede l'istituzione, nel Comune dell'Aquila, di un ufficio autonomo per raccogliere e istruire le pratiche delle abitazioni E, ma che affida alla Regione la gestione finanziaria della ricostruzione. Ancora due teste decisionali, dunque. Un bipolarismo che rischia, secondo tecnici e associazioni di categoria, di frenare la rinascita della città capoluogo e dei comuni del cratere. A raccogliere consensi a piene mani è, invece, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, che si è detto «pronto ad assumersi tutte le responsabilità». «Siamo tornati indietro di due anni», il commento di Paolo De Santis, presidente dell'Ordine degli Ingegneri, «chi finora ha fallito non può continuare a gestire: la Regione non è stata in grado di fare una legge di snellimento delle procedure per L'Aquila. Il timore è che la ricostruzione non vada avanti e sia bloccata definitivamente». De Santis richiama tutti «a un doveroso realismo». «Per la ricostruzione dei centri storici ci vorranno dai 10 ai 15 anni», ma paventa anche il rischio che «l'assetto voluto da Barca impedisca la rinascita persino delle zone periferiche. Delle 9mila pratiche presentate per la ristrutturazione degli edifici E», ricorda, «ne sono state approvate appena 3.300».

Dura anche la posizione del presidente dell'Ance, Gianni Frattale: «Sono pienamente d'accordo con Cialente: o si torna a una gestione ordinaria, compresa la parte finanziaria, o non si andrà da nessuna parte. Se il modello di struttura commissariale ha fallito, deve essere messo da parte. Agli aquilani non servono ancora proposte, ma tempi certi sulla ricostruzione e concretezza sui programmi. Sono d'accordo con il sindaco, che è sceso in prima linea assumendosi tutte le responsabilità».

Per Celso Cioni, direttore regionale della Confcommercio «le decisioni del governo hanno tutto il sapore di un compromesso politico con la maggioranza parlamentare che lo sostiene. Mi auguro non venga riproposto il desolante e improduttivo quadro di conflittualità che ha caratterizzato l'ultimo biennio».

Lorenzo Santilli, presidente della Camera di commercio dell'Aquila invita a «trovare un punto di incontro per il bene comune», mentre il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti afferma: «La città ha scelto, alle urne, il superamento della governance e il conferimento dei poteri agli enti locali. Vanno individuati gli strumenti tecnici per far sì che ciò avvenga».

Monica Pelliccione

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