IL PROCESSO»CIRCONVENZIONE D’INCAPACI

CIVITELLA ROVETO. Con l’accusa di aver manipolato e soggiogato un’anziana fino a farsi consegnare 140mila euro, un prete di Civitella Roveto è stato condannato a 16 mesi di reclusione e al pagamento...

CIVITELLA ROVETO. Con l’accusa di aver manipolato e soggiogato un’anziana fino a farsi consegnare 140mila euro, un prete di Civitella Roveto è stato condannato a 16 mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 120mila euro. A finire nei guai è stato don Arcangelo D’Anastasio, ex parroco di Castelliri (provincia di Frosinone) e originario di Meta, frazione di Civitella, paese marsicano che fa parte della stessa diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Il sacerdote, solo da un paio di mesi parroco di Arce (in provincia di Frosinone), dopo un processo durato cinque anni, è stato condannato dal tribunale di Cassino, per il reato di circonvenzione di incapaci. La vicenda per cui è finito sotto processo ha avuto inizio alla fine del 2009. Secondo quanto testimoniato davanti ai carabinieri poco prima di morire, l’anziana si era avvicinata molto al sacerdote per via della grande devozione che nutriva nei confronti della Chiesa. Per di più la donna, che aveva 87 anni, già da molto tempo era vedova, viveva da sola e aveva dei fratelli molto anziani, per i quali era difficile prendersi cura di lei. Ed è anche per questo che si era avvicinata molto alla parrocchia guidata dal prete rovetano.

Ad accorgersi di quanto accaduto e dell’ingente somma che mancava dal conto della malcapitata sorella è stato il fratello di 83 anni, al quale la donna si era confidata dopo il ricovero in ospedale dove dopo poco è deceduta. A incastrare il sacerdote ci sarebbe una dettagliata perizia che ha accertato «lo stato di deficienza psichica e delle facoltà di discernimento dell’anziana».

Secondo l’accusa la fedele è stata soggiogata dalle pressioni del sacerdote. Sugli assegni che la donna ha firmato c’era sempre il nome “Arcangelo D’Anastasio”, che non veniva indicato come sacerdote, quantomeno come parroco della chiesa.

Come riportato nella denuncia presentata ai carabinieri, nel primo assegno firmato l’anziana era convinta di aver “donato” al sacerdote 110mila vecchie lire e invece si trattava di 110mila euro. In altre occasioni, il sacerdote le aveva fatto visita in ospedale facendosi poi staccare tre assegni per l’importo totale di 30mila euro, sulla promessa che sarebbero serviti per acquistare nuovi ceri per la chiesa. Don Arcangelo, almeno nel primo grado del giudizio, non è riuscito a dimostrare la sua innocenza o quantomeno la sua buonafede e per questo il giudice Olga Manuel del tribunale di Cassino lo ha condannato alla pena di 16 mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 120mila euro. L’anziana di Castelliri, che purtroppo non saprà mai l’esito del processo, e i suoi familiari sono stati assistiti in giudizio dagli avvocati Federica Nardoni e Antonio Rosario Bongarzone del Foro di Cassino.

Magda Tirabassi

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