Il professor D’Andrea tra gli aspiranti sindaci

Il 47enne avezzanese è fondatore del partito Fronte sovranista italiano Centrodestra spaccato. Barbonetti: «No a candidati delle associazioni»

AVEZZANO. Si chiama Fronte sovranista italiano (Fsi) il partito che alle Comunali di Avezzano vuole presentare un proprio candidato a sindaco. Le speranze sono riposte in Stefano D’Andrea, 47 anni, ex avvocato e attuale docente di diritto privato all’Università a Viterbo, avezzanese e fondatore del partito sovranista. Con lui sono pronti a scendere in campo diversi professionisti avezzanesi che in questi giorni stanno lavorando alla composizione della lista. «Siamo cittadini che avvertono l’esigenza di una riscoperta collettiva dei valori costituzionali», così si presenta il movimento fondato da D’Andrea nel giugno 2016, «ci poniamo come obiettivo la riconquista della sovranità nazionale in ogni sua forma, attraverso il ricollocamento della Costituzione al vertice dell’ordinamento. Siamo persone che cercano convergenze più che scontri».

La candidatura a sindaco di D’Andrea si sommerebbe a quelle già ufficializzate del primo cittadino uscente Gianni Di Pangrazio, dell’imprenditore Gabriele De Angelis e dell’avvocato Leonardo Casciere. Restano da sciogliere i dubbi nel centrodestra, alle prese con divisioni difficilmente ricucibili, e nel Movimento 5 Stelle che ad Avezzano può contare tre differenti anime.

Intanto, la lotta politica si inasprisce. In alcune liste di Di Pangrazio potrebbero comparire nomi legati all’associazionismo locale. Iniziativa bollata dall’attuale consigliere comunale di opposizione, Alessandro Barbonetti (Partecipazione popolare).

«Il sindaco uscente, a corto di consensi, si è lanciato nella disperata ricerca di candidati in ogni dove», afferma Barbonetti, «e ora vuole arruolare nelle sue liste anche i dirigenti locali delle associazioni di volontariato. Così facendo, il sindaco mette in grave imbarazzo i soci delle stesse associazioni, e costringe i presunti candidati a dimettersi immediatamente dai ruoli che occupano. La Lilt e la Pro loco sono infatti organizzazioni dei cittadini al servizio dei cittadini, associazioni che per loro natura devono restare terze, al di fuori di ogni competizione politica e del tutto scollegate dagli schieramenti elettorali. Stupisce e sorprende, ancora di più, la disponibilità a candidarsi per l’uscente sindaco da parte del dottor Antonio Addari, presidente della Lilt. Attendiamo con ansia la smentita degli interessati. La candidatura dei vertici delle associazioni di volontariato è uno schiaffo a tutti i soci delle stesse organizzazioni che si troveranno, loro malgrado, coinvolti in una campagna elettorale a favore dei Di Pangrazio. Questo è inaccettabile. Chi ricopre incarichi nelle organizzazioni volontarie dovrebbe astenersi, ma se proprio vuole candidarsi con una parte tra le parti in causa, dovrebbe dimettersi subito per motivi di opportunità e per rispetto nei confronti dei soci e dei cittadini tutti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA