Il team “La ruspa”: i nostri atleti esclusi dal Bike park

AVEZZANO. Circuito d’allenamento nell’area della pineta, in località Tre Conche, «inaccessibile» per i campioncini in erba del team “Cesidio La ruspa di Avezzano”: a sbarrare l’accesso ai giovani...

AVEZZANO. Circuito d’allenamento nell’area della pineta, in località Tre Conche, «inaccessibile» per i campioncini in erba del team “Cesidio La ruspa di Avezzano”: a sbarrare l’accesso ai giovani atleti del sodalizio sportivo dilettantistico nato lo scorso anno – in memoria di Cesidio Innocenzi, il ciclista amatoriale, conosciuto come “La ruspa”, morto in seguito allo scontro con una mucca mentre si allenava sulla strada per Castellafiume – sarebbero i colleghi della Mtb Avezzano.
«Il nostro sodalizio, fondato da grandi appassionati di ciclismo e maestri della Federazione ciclistica italiana», afferma il presidente Ettore Boriani, «pur dedicandosi con passione e grande energia nell’attività di avviamento e promozione del ciclismo giovanile, si scontra quotidianamente con molteplici ostacoli. Il più grande di tutti è l’impossibilità di accedere a un luogo protetto e idoneo alla pratica della mountain bike denominato Bike park, di cui Avezzano dispone, nella pineta vicina allo stadio dei Pini. Nell’area in questione, a oggi», sottolinea Boriani, «c’è una scuola di ciclismo, gestita dall’Asd Avezzano Mtb, che ha come scopo quello di avvicinare i giovani alla pratica del ciclismo ed essere punto di riferimento e di appoggio per tutte le società ciclistiche del territorio, in questo modo i giovanissimi atleti possono allenarsi in piena sicurezza».
Ed è qui che i dirigenti del team “Cesidio La ruspa Avezzano” vorrebbero far allenare le giovani promesse del ciclismo nostrano che domenica scorsa si sono fatte onore al Terzo trofeo giovanissimi Mtb Rampiclub Barrea, dove Alice Testone ha conquistato il primo posto nella categoria G6 femminile, Roberto Maria Caringi e Davide Scipioni, il secondo posto nella categorie G5 e G1 maschile e secondo posto di nella categoria G1 maschile, mentre Francesco Rossi è giunto quarto nella categoria G6 maschile.
«Ci appare quindi paradossale», chiosa Boriani, «che tutte le nostre richieste di accedere ai servizi della scuola di ciclismo, e quindi all’area protetta, non abbiano ricevuto nemmeno risposta costringendoci a operare in condizioni precarie che espongano i ragazzi ai pericoli del traffico automobilistico». (m.s.)
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