Il vescovo: «Non comandi il dio denaro»

Spina in visita pastorale alla parrocchia di Sant’Agata ha incontrato i vertici della Finanza

SULMONA. «Molti non credono nel Dio trino ma nel dio quattrino, per questo dobbiamo avere la forza di rimettere al centro il bene comune». Lo ha detto il vescovo Angelo Spina nell’incontro al comando della Guardia di finanza di Sulmona, che si inserisce nella visita pastorale che sta tenendo nella vicina parrocchia di Sant’Agata. «Dobbiamo rimettere in piedi quel sistema di giustizia che eviti la deformazione dell’umano», ha aggiunto il presule, «ma fondi una società basata sul bene dell’uomo». Accompagnato dal parroco don Aladino De Iuliis, il pastore diocesano è stato accolto dal comandante regionale Flavio Aniello, dal capitano della Compagnia di Sulmona Luigi Falce, dal picchetto di guardia in alta uniforme e dal cappellano don Claudio.

«Il cristiano, nella società, è anche un cittadino», ha detto Spina ai finanzieri. «Il nostro compito è quello di costruire il bene comune e la civiltà dell’amore». Il vescovo ha ricordato come il male più grande oggi sia quello dell’attaccamento al denaro. «Per il bene dell’uomo piazza e Chiesa si stringano la mano», ha concluso Spina, apprezzando e benedicendo il lavoro dei finanzieri. Il monito del vescovo si è rivolto soprattutto contro chi approfitta della gentilezza e della carità del prossimo, facendo un chiaro riferimento alle truffe agli anziani. Reati in costante aumento in zona, come testimonia anche l’ultimo rapporto delle forze dell’ordine, che hanno stilato anche un decalogo per dare alle potenziali vittime utili consigli per non finire nella trappola dei criminali. «Siamo particolarmente contenti della vicinanza che sua eccellenza ci mostra», ha detto il comandante Falce, che ha ricordato come, tra le principali attività portate avanti dalla Fiamme Gialle nel corso del 2015, sia stata rivolta particolare attenzione al fenomeno dell’usura. Una piaga purtroppo molto presente su un territorio ormai in crisi da oltre un decennio, in cui le tradizionali fonti di sussistenza stanno venendo meno. Fabbriche chiuse, negozi in crisi e piccole imprese in affanno che buttano sul lastrico intere famiglie, che diventano facile preda di truffatori e usurai senza scrupoli, pronti a risolvere problemi di liquidità immediati e a “strozzare” nel lungo periodo ogni tentativo di ripresa.

Federica Pantano

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