CELANO

Incarico da 50mila euro al cognato del vicesindaco

Polemica sulla determina del Comune: scelto l’avvocato Ciaccia, parente di Piccone. L’onorevole: «È la sua professione». E l’interessato spiega: «Per quella cifra un impegno di anni»

CELANO. Un incarico fiduciario al cognato del vicesindaco per una consulenza da oltre 50mila euro ha scatenato a Celano una serie di polemiche a catena. Il provvedimento contestato riguarda una prestazione di assistenza giuridica e amministrativa a supporto del Rup (Responsabile unico del procedimento) per questioni relative alla ricostruzione del 2009. L’affidamento è avvenuto con una determinazione dell’area tecnica guidata dal dirigente Federico D’Aulerio. A beneficiare dell’incarico è l’ex presidente dell’Aciam (Azienda consortile dei rifiuti), l’avvocato Luigi Ciaccia, cognato del vicesindaco, nonché onorevole, Filippo Piccone.

L’atto è stato pubblicato il 31 marzo sull’albo pretorio del Comune ma risale al 25 luglio scorso. L’incarico è di 39.900 euro più iva, oltre alla cassa previdenziale, per un totale di 50mila 700 euro.

«Non mi meraviglia un fatto del genere», commenta Antonio Del Corvo, consigliere di opposizione ed ex presidente della Provincia, «le cose al Comune di Celano dovrebbero funzionare diversamente e noi l’abbiamo più volte sottolineato. L’incarico dovrebbe essere affidato dopo una selezione, soprattutto quando si tratta di una consulenza, specie negli incarichi fiduciari. E ciò dovrebbe avvenire indipendentemente dalla parentela. Il problema principale non è in realtà quello della parentela. La consulenza ha un prezzo e va pattuito con diversi soggetti in modo da scegliere il più conveniente per l’amministrazione».

Sulla vicenda il sindaco di Celano, Settimio Santilli, ha preferito non rilasciare dichiarazioni, mentre l’onorevole Piccone si limita a spiegare che quello dell’avvocato «è il lavoro di Ciaccia».

«Se fa questo mestiere», sottolinea il vicesindaco, «avrà anche modo di esercitare la sua professione, mica può essere bandito dalla città. È un incarico fiduciario dato sulla scorta di situazioni professionali da espletare. Sapevo che stava collaborando con l’area tecnica, nulla di più e le dimensioni dell’incarico non le conosco».

Il diretto interessato chiarisce, si difende e contrattacca. «Si tratta di un supporto al Rup», afferma Luigi Ciaccia, «abbiamo costituito un ufficio per la ricostruzione e abbiamo recuperato i fascicoli depositati per l’istruttoria tecnica. È un incarico di supporto tecnico nelle materie giuridiche riguardanti le pratiche per il terremoto. C’è una normativa complessa e a volte contraddittoria e la necessità era quella di istituire l’Ufficio della ricostruzione e all’interno, tra i diversi supporti tecnici, c’è anche quello legale». Ciaccia tiene a specificare, poi, che l’incarico non è annuale, ma può durare anche di più, quindi non ha una scadenza temporale. «Il rapporto di lavoro per quella cifra», evidenzia, «può durare anche diversi anni, non c’è un termine determinato. Non si tratta di nulla di straordinario né di strano. Faccio l’avvocato», sottolinea ancora Ciaccia, «e oltretutto questo è il primo incarico pubblico che prendo in assoluto. Molto spesso do la mia disponibilità come ausilio tecnico e lo faccio anche gratuitamente, a volte anche sostenendo delle spese». Il lavoro consiste, tra le altre cose, nel fornire pareri e chiarimenti sulle questioni da affrontare mettendo a disposizione l’organizzazione del suo studio. È esclusa però ogni attività di assistenza giudiziale o legata all’instaurazione di contenziosi. «È una retribuzione minima per un’attività svolta anche con una certa passione, oltre che con professionalità», conclude Ciaccia, «e poi, come spesso accade, ci sono i risultati a dare atto dell’attività svolta».

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