Campo Imperatore

Incendio Fonte Vetica, in 5 indagati per il pic-nic

La Procura dell'Aquila chiude le indagini e punta l'indice contro 4 giovani del Pescarese e un 58enne. Le fiamme si sprigionarono dal barbecue per la carne

L'AQUILA. La procura della Repubblica dell'Aquila ha chiuso le indagini sull'incendio a Fonte Vetica, in area protetta del Parco nazionale Gran Sasso Laga, nel comune di Castel del Monte, divampato lo scorso 5 agosto. L'incendio provocò danni quantificabili in 1,1 milioni di euro a causa degli oltre 330 ettari di bosco andati distrutti. Sotto inchiesta ci sono 4 giovani della provincia di Pescara e un 58enne per aver causato colposamente l'incendio in occasione di un pic-nic dal quale scaturirono le fiamme che si estesero in poche ore per decine di ettari. Si tratta di Riccardo Di Nicola, residente a Pietranico, Fabrizio Di Giandomenico, di Alanno, Ivan Di Giandomenico,residente ad Alanno, tutti accusati di incendio con danno ambientale mentre per Alessandro Venti, residente a Pietranico e Angelo Palmerini, di Pietranico, l'accusa è di favoreggiamento. Il provvedimento del sostituto procuratore titolare dell'inchiesta Fabio Picuti ravvisa il reato di favoreggiamento per aver portato via la canalina per cuocere la carne dalla quale era scaturito il rogo per abbandonarla a una quarantina di chilometri di distanza, aiutando a sviare le indagini. Palmerini, che ha 58 anni, è entrato solo adesso nelle indagini mentre gli altri erano già sotto inchiesta. Il pm ha stralciato la posizione di altri indagati. Le indagini sono del Nipaf dei carabinieri-forestali. Sono tutti difesi d'ufficio dall'avvocato Ferdinando Paone del Foro aquilano. L'incendio era nato a margine della 58/a edizione della Rassegna ovini di Campo Imperatore, manifestazione organizzata dalla Camera di commercio che aveva portato 30 mila persone in quota. Da questo rogo si è poi originato quello di Rigopiano.

Già una settimana dopo l'incendio, in 14 erano stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di incendio colposo. Per quattro il pm ha ritenuto di chiudere le indagini e si è aggiunto un quinto inquisito. Le altre dieci posizioni, secondo quanto appresso da fonti investigative, andrebbero verso la richiesta di archiviazione. I tre indagati, scrive il pm, hanno allestito «un campeggio abusivo in località Fonte Macina nel comune di Castel del Monte» e provocato «un incendio generato da tizzoni ardenti caduti a terra». Picuti rileva che «per la presenza di sterpaglie secche e del forte vento» le fiamme si sono propagate rapidamente, con 330 ettari coinvolti. Un incendio, continua l'accusa «spento dopo 15 giorni, in data 19 agosto 2017» con «grave danno, persistente ed esteso all'ambiente naturale e alle aree protette», consistito nella «distruzione di un'area naturale molto estesa, caratterizzata da notevole varietà e pregevolezza», stimabile in 1.129.336 euro. Quanto al favoreggiamento, è stato accertato che uno dei due accusati «sottraeva la canalina in ferro da cui era scaturito l'incendio dall'area di insorgenza del fuoco e la nascondeva sotto la macchina» dell'altro. Quest'ultimo, la trasportava «da Fonte Macina, luogo dell'incendio, fino a Brittoli (Pescara), distante circa 40 chilometri, dove la abbandonava lungo il margine della strada».