INCHIESTA GRANDI EVENTILa Bpt SpA e gli appalti accusa di associazione mafiosa

Inchiesta G8. Il consorzio Btp che lavora all’Aquila sospettato di legami con i Casalesi. Chi rideva per il terremoto aveva in pugno i funzionari del ministero. In arrivo altri arresti

ROMA. Associazione a delinquere di stampo mafioso con l’aggravante del dolo specifico.
C’è anche questo tra i reati contestati dal Giudice delle indagini preliminari di Firenze, Rosario Lupo, agli indagati dell’inchiesta Grandi eventi.

Un filo conduttore che parte dal funzionario del Ministero delle Infrastrutture Antonio Di Nardo, socio del Consorzio Stabile Novus, e indicato dagli investigatori come legato al clan dei casalesi.

«Riccardo Fusi, Roberto Bartolomei e Vincenzo Di Nardo, quali soggetti aventi il controllo della BTP SpA, De Vito Piscicelli Francesco e Pierfrancesco Gagliardi, quali imprenditori operanti in Roma, si associavano fra loro costituendo un sodalizio criminale allo scopo di commettere più delitti fiinalizzati all’illecito conseguimento di appalti pubblici mediante una serie indeterminata di reati di corruzione, di turbativa d’asta e di falso».

I predetti, continua il Gip, «dapprima costituivano l’associazione criminosa in Firenze, accordandosi in maniera che la BTP, dotata di una solida struttura imprenditoriale ed avente i requisiti patrimoniali per la partecipazione alle gare di appalto pubbliche, una volta aggiudicati detti appalti condividesse il profitto con Piscicelli e Gagliardi».

Erano questi ultimi, secondo il magistrato, ad assicurare ai vertici della BTP il conseguimento degli appalti «... vantando un consolidato rapporto di corruttela con i pubblici funzionari responsabili dell’aggiudicazione».

Il gruppo associativo aveva in pugno Angelo Balducci e Fabio De Santis grazie ad un «consolidato rapporto di periodiche dazioni illecite».

Di fatto i due superburocrati si rendevano disponibili ad inserire la BTP tra le ditte considerate affidabili dalla pubblica amministrazione individuandola quale impresa destinata ad essere invitata alle gare con procedura «negoziata ristretta» per una serie di «appalti pubblici di notevolissimo importo banditi tra giugno e settembre del 2008 e promettendole, illecitamente, l’aggiudicazione di uno o più di uno di tali appalti».

In conseguenza della promessa corruttiva ricevuta e quale forma indiretta dazione di utilità - si legge ancora nell’atto - «tutti si adoperavano per turbare le gare mediante preventiva determinazione dell’entità delle offerte d’asta».

Per il Gip fu turbata almeno una delle gare indette per il G8 e vinte dall’imprenditore Diego Anemone, socio di fatto del presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Angelo Balducci (agli arresti).

E’ a questo punto che nell’associazione criminosa sarebbe stato coinvolto Antonio Di Nardo «diretto referente di soggetti riferibili alla criminalità organizzata di stampo mafioso».

In coincidenza con il G8 della Maddalena, la BTP e il Consorzio Stabile Novus creano un’associazione temporanea d’imprese, consentendo al Consorzio, «ove erano presenti significative presenze mafiose», di partecipare alle gare.

Antonio Di Nardo risulta referente di imprese campane e siciliane in odor di mafia.
Imprese «alle quali veniva garantito, per statuto, almeno il 3% dell’importo dell’appalto aggiudicato ancorché non fossero investite della materiale esecuzione dello stesso».

L’associazione costituitasi a Firenze ha realizzato «condotte delittuose» a Roma e nel febbraio 2009, scrive il GIP, erano ancora in atto. Da qui la necessità di iscrivere gli indagati, oltre che per la corruzione anche per il reato previsto dall’articolo 416 del Codice Penale.