Intecs, nuove aziende solo sulla carta Ecco i licenziamenti 

La dirigenza annuncia la fine del contratto di solidarietà Così muore l’ex Technolabs. I sindacati: trovare la soluzione

L’AQUILA. La Intecs stringe i tempi e annuncia la chiusura del contratto di solidarietà e l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. Una notizia che raggela i ricercatori aquilani, che stavano partecipando all’incontro con il viceministro Teresa Bellanova in Regione: una beffa, visto che si parlava di “Ricerca e sviluppo: i progetti industriali per il futuro dell’Aquila”.
Nuove imprese interessate a insediarsi, mentre muore l’ex laboratorio Technolabs, un tempo centro di eccellenza nel settore delle telecomunicazioni. Sono 57, attualmente, i dipendenti in esubero, in base al piano di ridimensionamento del sito presentato dalla nuova proprietà. I licenziamenti erano stati congelati, dopo l’apertura di un tavolo istituzionale voluto dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli e le cinque manifestazioni di interesse arrivate per ricollocare il personale altamente specializzato. Ma la situazione è precipitata: «Si ricorda», affermano le Rsu Intecs, «che più di un anno fa è stato sottoscritto un accordo tra Regione, Cgil, Cisl e Uil, Fim, Fiom e Uilm e le Rsu sulla salvaguardia delle competenze dei lavoratori Intecs. Ebbene, le uniche novità di questi mesi sono rappresentate dal licenziamento di ben 13 lavoratori lo scorso 30 aprile e la dichiarazione dell’azienda sull’intenzione di voler avviare un altro licenziamento collettivo. Un antico proverbio recita così: “La cera si consuma e il morto non cammina”. È esattamente quello che sta accadendo nella nostra regione», sottolineano le Rsu, «dove l’intenzione di importanti aziende di voler investire sul nostro territorio si scontra con i tempi biblici di una macchina burocratica che, pur disponendo di risorse ingenti, non riesce a metterle a disposizione della collettività. E chi ci rimette in tutto questo? Sono i lavoratori e le loro famiglie».
Le Rsu, che dicono di aver perso fiducia nella politica, aggiungono che da molti mesi sono in contatto «con le istituzioni locali, alla ricerca di una soluzione occupazionale che ancora non si intravede neanche all’orizzonte, nonostante le numerose promesse e le tante iniziative volte a dare visibilità a progetti presentati da importanti soggetti imprenditoriali, ma che tardano a concretizzarsi per la mancanza di quello spunto finale necessario a chiudere operazioni già in piedi».
CALL CENTER. Al viceministro Bellanova ieri mattina è stato illustrato anche l’accordo quadro territoriale, approvato da Cgil, Cisl e Uil e dall’associazione Lavori@mo per L’Aquila, che mira a salvaguardare i 560 operatori del call center Lavorabile. Il vicepresidente Lolli, alla presenza della senatrice Stefania Pezzopane e del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, ha anche anticipato il progetto di creare all’Aquila un polo innovativo di contact center. L’accordo territoriale prevede, nell’ambito del nuovo bando Inps, la continuità occupazionale, il mantenimento della sede di lavoro, l’applicazione del contratto nazionale Tlc e la stabilizzazione dei precari.
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