Sospesa dal giudice per assenteismo 

Interdetta dal lavoro, i legali: riuscirà a chiarire la vicenda

AVEZZANO. «Chiarirà la sua posizione nelle sedi opportune come ha già cercato di fare nell’interrogatorio di garanzia rispetto agli episodi contestati». È quanto sostengono i difensori di Paola...

AVEZZANO. «Chiarirà la sua posizione nelle sedi opportune come ha già cercato di fare nell’interrogatorio di garanzia rispetto agli episodi contestati». È quanto sostengono i difensori di Paola Quaglieri, 44 anni dipendente Asl di Trasacco, sottoposta a un decreto di sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per sei mesi emesso dal gip del tribunale di Avezzano Maria Proia con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. La dipendente Asl è stata controllata per quattro mesi, da marzo a giugno dello scorso anno, dai finanzieri della compagnia di Avezzano che per eseguire gli accertamenti hanno installato una videocamera alla porta d’ingresso del distretto sanitario di base di Trasacco per rilevare l’ingresso e l’uscita della dipendente, una videocamera nei pressi dell’abitazione del’'indagata e un rilevatore Gps sulla sua macchina nei mesi di maggio e giugno 2018 che ha permesso di documentare gli spostamenti. Secondo l’accusa, «con lo scopo di assentarsi dal proprio ufficio senza destare sospetti per le prolungate assenze», utilizzava un tipo di timbratura con cui attestava di «uscire dalla sede lavorativa per recarsi in missione e quindi svolgere servizio all’esterno della struttura aziendale». In realtà, sempre secondo le accuse mosse dal pm di Avezzano titolare dell’inchiesta, Lara Seccacini, «svolgeva attività prettamente personali».
«Si tratta di una serie di episodi molto datati nel tempo», affermano i legali della donna, Franco Colucci e Mario Flammini, «che la nostra assistita, nonostante il pochissimo tempo a disposizione, ha già cercato di chiarire in sede d’interrogatorio di garanzia. A fronte di una richiesta, da parte della pubblica accusa, di sospensione dal servizio per un periodo di 12 mesi, il giudice delle indagini preliminari di Avezzano, anche alla luce delle dichiarazioni rese dalla Quaglieri e di alcune considerazioni evidenziate dalla difesa, ha ritenuto di doverla applicare per soli 6 mesi». Dalle indagini della Finanza di Avezzano, emerge che nel recarsi in missione la Quaglieri avrebbe avuto bisogno comunque in ogni occasione di un consenso preventivo e di una presa d’atto successiva. Quindi di una autorizzazione e poi di una firma del dirigente. Per la procura, invece, la dipendente non aveva mai ottenuto nulla di tutto ciò. Si parla di una cinquantina di episodi contestati nell’arco di quattro mesi. «Nonostante la misura si stata dimezzata rispetto alla richiesta del pm, ricorreremo comunque al Tribunale della libertà, in quanto riteniamo che l’applicazione della misura interdittiva sia ingiustificata. E siamo convinti che la vicenda verrà chiarita nelle opportune sedi giudiziarie». (p.g.)
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