Interdetta dal lavoro per assenteismo 

Giudice sospende per 6 mesi una dipendente Asl: «Timbrava il cartellino ma in realtà andava a casa o faceva la spesa»

TRASACCO. Timbrava il cartellino per uscire dall’ufficio e andare in missione, ma invece tornava a casa, al ristorante di famiglia oppure a fare la spesa. Sono queste le accuse nei confronti di Paola Quaglieri, 44 anni, dipendente Asl di Trasacco, che hanno portato la Procura di Avezzano a chiedere un decreto di sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per sei mesi. Provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano Maria Proia. La dipendente, sorella del consigliere regionale Mario Quaglieri, totalmente estraneo alla vicenda, deve rispondere del reato di truffa ai danni dello Stato. Secondo l’accusa, «con lo scopo di assentarsi dal proprio ufficio senza destare sospetti per le prolungate assenze», utilizzava un tipo di timbratura con cui attestava di «uscire dalla sede lavorativa per recarsi in missione e quindi svolgere servizio all’esterno della struttura aziendale». Quando in realtà, sempre secondo le accuse mosse dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano titolare dell’inchiesta, Lara Seccacini, «svolgeva attività prettamente personali». Dalle indagini della Finanza di Avezzano emerge che nel recarsi in missione avrebbe avuto bisogno in ogni occasione di un consenso preventivo e di una presa d’atto successiva. Quindi di un’autorizzazione a effettuare la missione e poi di una firma di ratifica da parte del dirigente responsabile. Per la Procura, invece, la dipendente non aveva mai ottenuto quest’autorizzazione e questa ratifica nei casi in questione. Si parla di una cinquantina di episodi in quattro mesi. Dalle accuse emerse nelle indagini, tutte da dimostrare, dal 19 marzo al 25 giugno 2018, avrebbe svolto 49 ore circa di lavoro su 394 circa dichiarate.
Negli episodi contestati, l’accusata, uscendo dal distretto sanitario per le missioni, si recava secondo le indagini spesso a casa, oppure a fare la spesa, o nel ristorante di famiglia ma anche, in un caso, dall’estetista, oppure al bar.
In un episodio risalente al marzo del 2018 le riprese video sul luogo di lavoro dell’indagata attestano l’arrivo alle 9,02 e la immediata uscita alle 9,03. Dall’analisi del tracciato percorso e dalle riprese video eseguite dagli investigatori, l’accusa sostiene che «la macchina della dipendente si ferma ad Avezzano nei pressi di una pescheria, fornitore di pesce del ristorante di famiglia». In un’altra occasione, alla fine di maggio dello stesso anno, invece, l’indagata viene ripresa mentre esce dal distretto sanitario per la solita missione esterna, ma nelle intercettazioni afferma alle 9,32 e alle 9,35 che sta «portando la merenda ai figli» e che poi si recherà al ristorante, mentre alle 10 afferma di trovarsi a casa «a fare giardinaggio» e poco prima delle 12 di essere al bar, mentre alle 16 di trovarsi al ristorante. I finanzieri, coordinati dal comandante Luigi Falce, per eseguire gli accertamenti, avevano installato una videocamera alla porta d’ingresso del distretto sanitario di base di Trasacco per rilevare l’ingresso e l’uscita della dipendente.
La 44enne è assistita dagli avvocati Franco Colucci e Mario Flammini.
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