L’allarme della Cgil: «Cassa integrazione a livelli record»

Il segretario generale Trasatti: «Serve una mobilitazione in tutto il territorio provinciale per avviare il rilancio»

SULMONA. Cassa integrazione a livelli record in provincia, la Cgil chiama alla mobilitazione contro il declino che colpisce soprattutto le aree interne. Il segretario generale Umberto Trasatti fa il punto della situazione. «Non si capisce come i politici, a partire dal governo e dal premier, possano fare alcune affermazioni, raccontando di una ripresa che si comincia a vedere, di qualche timido segnale all’orizzonte. Fantasie che non riguardano certo la provincia dell’Aquila, tutta intera: il capoluogo, la Marsica e la Valle Peligna. Territori dove la crisi non solo non è passata, ma che presentano fatti e numeri addirittura peggiori di quelli del 2009-2010, appena dopo il terremoto».

I NUMERI. Secondo i dati della Cgil, nei primi 5 mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, la cassa integrazione è diminuita in tutte le province abruzzesi (-52% la media regionale) ad eccezione di quella dell’Aquila, dove invece è salita del 30% e dove per gran parte, addirittura l’80% del totale, si tratta di cassa integrazione straordinaria, ovvero quella accordata per crisi aziendali, ristrutturazioni, procedure concorsuali e fallimenti. La cassa integrazione straordinaria poi in Abruzzo scende globalmente ma non in questa provincia, dov’è aumentata del 120% passando da 1,2 milioni a 2,6 milioni di ore autorizzate. Quella che diminuisce è la cassa in deroga, ma accade soltanto perché il governo l’ha abolita e i cui numeri darebbero l’equivalente di 500 ulteriori licenziamenti. Infine i dati dell’export, tali che la provincia durante la crisi (dal 2008 a oggi) ha perso oltre la metà delle esportazioni. Solo nell’ultimo anno il valore del nostro export è sceso del 12,43%, inoltre la provincia all’inizio degli anni Duemila esportava per un quinto dell’Abruzzo, oggi soltanto per il 5,6%».

LE PROPOSTE. «Quello che serve sono cose concrete, reali, da fare subito», sostiene Trasatti. «È urgentissimo rilanciare gli investimenti pubblici e privati, anche intervenendo sul funzionamento della macchina pubblica: i ritardi e i rinvii dei burocrati non possono più essere un alibi della politica; bisogna far partire i diversi Contratti di sviluppo nazionali firmati in pompa magna dalla presidenza del Consiglio. Ci sono aziende che aspettano soltanto di poter investire e assumere. Devono partire inoltre i contratti di sviluppo promossi dalla Regione per la provincia dell’Aquila e vanno spesi i Fondi Fas per la Valle Peligna. Vanno utilizzati con assoluta celerità i fondi del post-terremoto a favore del rilancio economico».

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