L’ambasciatore: «Mi inchino alle vittime» 

Il diplomatico tedesco in Italia, Elbling, rende omaggio ai cittadini trucidati dai nazifascisti. Il Comune c’è, Biondi diserta

ONNA. «Sono qui per inchinarmi davanti alle vittime». Erano le 18.30 quando le parole dell’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling sono risuonate nella chiesa parrocchiale di Onna. È stato il momento più significativo della cerimonia in ricordo della strage nazista dell’11 giugno 1944, 75 anni fa, alla quale il diplomatico (che ha la madre italiana) nominato a fine 2018, ha voluto fortemente partecipare. Il suo è stato un intervento breve, poco più di tre minuti, nel quale le parole chiave sono state “tolleranza”, “solidarietà”, “Europa” e soprattutto “memoria”. «La memoria va sempre coltivata», ha detto l’ambasciatore, «e noi non vogliamo dimenticare. Onna è per noi un simbolo, ricordare significa evitare che certe cose possano accadere di nuovo. Questo fa parte della nostra dignità nazionale. L’Europa è per noi culla di solidarietà e tolleranza e soprattutto speranza nel domani». Con l’ambasciatore ieri a Onna c’erano l’onorevole Stefania Pezzopane, l’assessore comunale Daniele Ferella, il prefetto Giuseppe Linardi, il questore Orazio D’Anna, il presidente degli alpini abruzzesi Pietro D’Alfonso, il comandante della Compagnia carabinieri dell’Aquila, il maggiore Luigi Balestra, ufficiali della Guardia Finanza, dell’Esercito, gli alpini del gruppo di Paganica con il capogruppo Raffaele Vivio, i vigili urbani con il gonfalone del Comune, i rappresentanti delle associazioni onnesi. Il dottor Gabriele De Cata capo del protocollo della diocesi ha portato il saluto dell’arcivescovo, il cardinale Giuseppe Petrocchi.
AL SACRARIO. La cerimonia è iniziata alle 16 nel sacrario all’interno del cimitero di Paganica dove riposano le 17 vittime di Onna e le tre di Paganica. È stata deposta una corona e il parroco di Paganica don Dionisio Humberto Rodriguez Cuartas ha letto brani del Vangelo e invitato i presenti a pregare in memoria delle persone defunte. Ha partecipato una delegazione dell’Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia).
A ONNA. Poco prima delle 18 è iniziata la messa celebrata nella chiesa di Onna (ricostruita grazie all’intervento economico della Germania, che a Onna ha realizzato anche alcune strutture per la comunità) dal parroco don Cesare Cardozo Piña. Alla fine della celebrazione si è formato il corteo per la deposizione delle corone nei luoghi simbolo del massacro del 1944: la lapide che si trova sulla casa (distrutta quasi completamente dal terremoto del 2009) dove avvenne l’eccidio e al monumento nella Villa comunale. Per arrivare alla lapide è stato necessario fare un lungo giro perché via dei Martiri è interrotta da un cantiere e la ditta ha negato (pare per motivi di sicurezza) anche il passaggio pedonale. Alla Villa comunale un altro momento significativo e commovente. Dopo il “silenzio” suonato con l’armonica a bocca da Pierluigi Lomarco, il presidente della Pro loco di Onna Vincenzo Angelone ha letto i nomi delle vittime e a ogni nome un bambino e una bambina di Onna hanno deposto una rosa bianca in un vaso posizionato davanti al monumento. Al termine ci sono stati gli interventi dell’assessore Ferella, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale, e dell’onorevole Stefania Pezzopane che ha tracciato la storia delle due tragedie che hanno colpito Onna in tempi recenti: la strage nazifascista del 1944 e il terremoto del 2009. Hanno chiuso la cerimonia le parole del prefetto Giuseppe Linardi, il quale ha sottolineato che su certe brutte pagine della storia non bisogna mai far calare il silenzio anche per evitare che l’umanità ricada negli errori del passato, e del questore Orazio D’Anna che si è detto sorpreso positivamente dalla presenza alla cerimonia dei bambini, una presenza «che ci induce», ha concluso, «a guardare con sempre maggior fiducia al futuro». In serata, sempre nella chiesa, il concerto di musica sacra a cura degli studenti del Conservatorio “Alfredo Casella”.
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