L'Aquila, 36mila alunni tornano in classe in tutta la provincia

I problemi irrisolti: dalla sicurezza delle sedi alle carenze di organico degli insegnanti. Legnini (vicepresidente Csm) inaugura la scuola a Montereale

L’AQUILA. Sono 36.806 gli alunni della provincia dell’Aquila che oggi torneranno sui banchi. Tra questi, circa seimila, da otto anni, vanno a scuola nei 36 moduli provvisori realizzati dopo il terremoto del 2009. Paradossalmente, sul fronte sicurezza, proprio le strutture provvisorie sono tra le meno a rischio. Una sola scuola è stata ricostruita, a fronte di una disponibilità di 44 milioni nelle casse comunali. Si tratta di quella di Roio Poggio realizzata dalla Caritas nazionale e inaugurata nel 2010.
I NUMERI. Nel territorio ci sono 47 istituzioni scolastiche, con una media pari a 783 studenti per ciascuna scuola. Si tratta di una media inferiore rispetto a quella regionale, pari a 900 alunni. Risulta inoltre funzionante un Centro provinciale per l’istruzione degli adulti. Le scuole sottodimensionate (con meno di 500 alunni) sono due, connotate come istituti comprensivi in zona di montagna. Risultano attivati, inoltre, quattro istituti omnicomprensivi.
CALENDARIO SCOLASTICO. Il calendario scolastico regionale ha fissato per oggi la data dell’inizio delle lezioni. Ma in città sono tanti i ragazzi che hanno ripreso a studiare in anticipo. I primi a tornare in classe, giovedì scorso, sono stati gli studenti del Liceo Bafile (Scientifico e Artistico), insieme alle prime classi dell’istituto d’istruzione superiore Amedeo di Savoia duca d’Aosta (Tecnologico ed Economico e Liceo delle scienze applicate), a Colle Sapone. Venerdì scorso, invece, è stata la volta degli istituti “da Vinci-Colecchi” (Geometri, Agricoltura, Ipsiasar e Commerciale), in parte a Colle Sapone in parte a Pineta Signorini, e delle altre classi del d’Aosta. Oggi, col rientro in aula anche degli alunni della media Alighieri, il vero e proprio stress test per la viabilità nel principale polo scolastico cittadino.
SICUREZZA CERCASI. All’Aquila è nato anche un comitato Scuole sicure, formato da genitori degli studenti (tra i quali avvocati, ingegneri e architetti) che si pone come obiettivo non soltanto la soluzione definitiva del caso del Liceo Cotugno – per motivi di sicurezza e di indisponibilità (si spera soltanto momentanea) di una sede unica alternativa attualmente diviso in cinque sedi diverse – ma anche delle altre scuole aquilane. Sul gruppo Facebook una mamma ha scritto, alcuni giorni fa: «Porca miseria, mia figlia ritorna al Cotugno, ma possibile, è da abbattere e ci mettono i ragazzi dentro?». Una parte della sede di Pettino, infatti, è stata ritenuta idonea a ospitare le classi del Liceo Linguistico e del corso A del Liceo Classico. Si tratta di una soluzione provvisoria, visto che la Provincia ha avviato l’iter per adeguare la struttura ex Optimes a Campo di Pile (che ha già ospitato l’Università) e trasferirvi, nei prossimi mesi, tutto l’istituto.
BASSA VULNERABILITÀ. In particolare, a finire nel mirino è la bassa vulnerabilità degli edifici che ospitano alcune scuole. Tra queste, nella scala tra 1 (edificio sicuro) e 0 (edificio non sicuro), secondo le verifiche e le tabelle del 2013, il Cotugno ha una vulnerabilità dello 0,26, lo Scientifico Bafile di 0,36 e l’Iis d’Aosta (dove, nel febbraio scorso, i ragazzi erano stati trasferiti per i turni pomeridiani) dello 0,17. Quindi più basso della scuola che hanno lasciato. Verifiche, queste, che hanno riguardato soltanto le superiori, di proprietà della Provincia, mentre per elementari e medie il Comune si sta attrezzando. Del resto, dopo il terremoto del 2009 le scuole senza gravi danni furono riparate con interventi del Provveditorato opere pubbliche per consentirne la riapertura. Ma col rilascio dei certificati d’agibilità, come denunciato dai componenti del comitato, «non furono eseguite le verifiche di vulnerabilità, comunque obbligatorie in Italia dal 2003 anche per gli edifici scolastici, perché non ce n’era il tempo e perché si ritenne che il sisma avesse costituito una sorta di collaudo empirico delle strutture non crollate».
RICOSTRUZIONE MANCATA. I politici attribuiscono i ritardi alle procedure burocratiche. Per questo hanno chiesto al premier Paolo Gentiloni, che mercoledì scorso a Capitignano ha inaugurato una scuola ricostruita dopo 8 anni dal sisma, procedure più snelle. E stamani alle 11 a Montereale il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini presenzierà all’intitolazione della nuova scuola antisismica dell’Alto Aterno ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e ai caduti delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
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