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L'Aquila, allarme della Asl: giovani sempre più schiavi dell’alcol

Preoccupa l’indagine svolta in provincia: il consumo è assai superiore al dato nazionale, ma cala con l’età

L’AQUILA. Troppo alcol e troppi bevitori ad alto rischio fanno della provincia aquilana il territorio con un consumo nettamente superiore alla media (20% contro 17 del dato nazionale) e il più succube, con ampio distacco dagli altri comprensori della Regione (che sia attestano tra il 5 e il 13%) nei confronti della ’tentazione’ della bottiglia. È una provincia, quella dell’Aquila, col bicchiere più pieno rispetto a quello di altre realtà, fotografia scattata da una indagine che la Asl conduce in modo continuativo dal 2007 e che proseguirà. I dati, che collocano la provincia oltre i limiti regionali e nazionali, si riferiscono all’arco temporale 2012-2015. Un gruppo specializzato di operatori della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila ha contattato un campione di popolazione, tra 18-69 anni. La Asl, tra 2012-2015, ha intervistato 1.035 persone con l’intento di valutare la portata del consumo di bevande alcoliche facendo emergere dati che danno una rappresentazione del fenomeno oltre il limite di guardia. Sulla base dei risultati del campione esaminato, è del 24% la percentuale di persone ad alto rischio-alcol che si traduce in una stima di circa 41.000 adulti della popolazione provinciale contro la media nazionale del 17%. Gli assuntori più esposti al pericolo di ammalarsi sono coloro o con un elevato consumo di alcol (4%) o che lo consumano abitualmente fuori pasto (11%) o che lo assumono con modalità binge (cioè: più di 5 lattine di birra, più di 5 bicchieri di vino o di 5 bicchierini di superalcolici in una singola occasione). L’età dei bevitori: la più colpita la fascia 18-24 anni e, a seguire, quella tra 25-34 anni. Oltre questa soglia anagrafica, il consumo scende: si abbassa tra 35-49 e assume valori contenuti tra 50-69 anni. Quasi 12 persone su 100, tra conducenti di auto, hanno guidato sotto l’effetto dell’alcol, negli ultimi 30 giorni dell’intervista, dopo aver bevuto più lattine di birra o bicchieri di vino o superalcolici. L’analisi conferma che la provincia sfora i valori nazionali e, dato ancora più preoccupante, tra i giovani. Infatti il 16% dei conducenti tra 18 e 24 anni guida alzando il gomito rispetto al 7% italiano. al controllo del “palloncino”. «Va ricordato che l’abuso di alcol», dichiara Cristiana Mancini, coordinatrice della squadra che hanno lavorato al progetto, «costituisce uno dei principali fattori di rischio di malattie croniche come tumori, patologie cardiovascolari, cirrosi al fegato e diabete e provoca, oltre a incidenti stradali, infortuni sul lavoro, violenze e suicidi».

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