L'Aquila, bambina molestata, 66enne condannato

L’anziano patteggia 24 mesi: evitato il carcere solo con l’impegno a risarcire la famiglia della piccola di nove anni

L’AQUILA. Due anni di reclusione sono stati inflitti a un 66enne aquilano (del quale non possiamo fare il nome per salvaguardare l’anonimato della parte lesa), accusato di abusi sessuali nei confronti di una bambina che all’epoca dei fatti aveva solo nove anni.

Il patteggiamento è stato possibile visto che la Procura ha dato l’ok sono dopo l’impegno espresso a risarcire da parte dell’uomo. Altrimenti, un in rito normale, l’imputato, se colpevole, avrebbe rischiato anche più di dieci anni di carcere.

I fatti sono avvenuti tempo addietro negli spazi condominiali di un complesso antisismico. L’uomo, con una scusa, avrebbe avvicinato la minorenne commettendo i gravissimi atti. I segnali di un comportamento anomalo da parte della piccola sono stati captati dai genitori che con una denuncia hanno avviato le indagini.

Il punto nodale dell’inchiesta penale è stata l’audizione protetta della minore. Si tratta di una procedura, gestita da esperti, che permette di interrogare la piccola senza il rischio di compromettere la sua stabilità interiore. Le sue affermazioni, tutte nella stessa direzione e incontrovertibili, hanno indotto la procura della Repubblica a chiedere il rinvio a giudizio e indurre il soggetto a patteggiare anche se fino a qualche tempo fa si dichiarava innocente. Poi si è deciso a scegliere la via del patteggiamento.

La sentenza è stata pronunciata dal gup Giuseppe Romano Gargarella, la parte civile è stata rappresentata dall’avvocato Simona Fiorenza e l’imputato dal legale Antonio Scipioni. Roberta D’Avolio e Antonietta Picardi sono i pm che hanno portato avanti le accuse.

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