L'Aquila, bufera sulle tasse: no alla proroga, ma sì alla busta paga pesante

Confindustria attacca la politica dopo il no della commissione Finanze alla sospensione post terremoto: 124 aziende rischiano di versare oltre 76 milioni. Mentre il Sottosegretario alla Ricostruzione annuncia lo slittamento al 31 ottobre la restituzione dei contributi previdenziali

L'AQUILA. Una cattiva e una buona notizia (indiretta) per gli aquilani e le imprese del dopo terremoto. La cattiva: la commissione Finanze del Senato ha detto no alla proroga della restituzione delle tasse sospese, dopo il sisma del 2009 malgrado gli appelli di Enti ed associazioni di categoria. Se così dovesse rimanere, si calcola che 124 aziende aquilane verranno chiamate a versare oltre 76 milioni di euro. Resta la possibilità che la proroga venga inserita nel decreto Sbocca cantieri o nel Decreto dignità. Insorge Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno, che richiama "tutte le parti politiche e in particolare la Regione ad assumersi le proprie responsabilità: il Governo si esprima e lo faccia subito".

Dopo la "doccia gelata", il sottosegretario alal Ricostruzione Vito Crimi ha fornito su facebook la buona notizia che di fronte alla prcedente sembra tuttavia essere un pannicello caldo: le commissioni riunite Ambiente e Lavori Pubblici che al Senato hanno lavorato sul decreto SbloccaCantieri hanno approvato un emendamento che proroga al 31 ottobre la restituzione della cosiddetta "busta paga pesante". Di che cosa si tratta? Del pagamento dei contributi previdenziali, la cui restituzione nelle aree terremotate del centro Italia sarebbe dovuta iniziare dal 1° gennaio 2019, termine già prorogato al 1 giugno, ed ora al 31 ottobre. «In questi giorni l'Inps sta inviando diverse lettere relative alla restituzione, coerentemente con la proroga al 1° giugno approvata mesi fa. La nuova proroga (quella al 31 ottobre) entrerà in vigore solo in seguito alla votazione dello Sblocca Cantieri in Senato», spiega Crimi.