L'Aquila, crolla il prezzo delle case: in centro calo del 50% 

Dopo il sisma un appartamento dentro le mura costa al massimo 2200 euro al metro quadrato. Barattelli (Ance): ma con ricostruzione e smart city in pochi anni il valore triplicherà

L’AQUILA. Gli effetti del terremoto del 2009 e delle scosse del 2016, sembrano non finire mai. Alle tasse da restituire da parte delle aziende e ai tanti problemi burocratici che stanno rallentando la ricostruzione, pubblica, ma anche privata, si aggiunge il crollo verticale dei prezzi degli immobili ristrutturati o ricostruiti ex novo, sia nel centro storico, sia in periferia.
L’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa, uno dei più accreditati a livello nazionale, ha sviluppato un quadro sulla base dei dati riscontrati nelle varie regioni. Un esame particolare è stato riservato all’Aquila, proprio perché si tratta di una zona divenuta speciale dopo il sisma devastante del 2009 e oggetto di ricostruzione con i soldi dello Stato.
I dati forniti dall’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, sono reali in quanto non si basano su proiezioni o stime probabili, ma sugli acquisti e sulle vendite effettivamente realizzate.
Se prima del terremoto del 2009 un’abitazione media nel centro storico veniva venduta o acquistata dai 3000 ai 4000 euro a metro quadrato, per superare i 4500 per abitazioni di tipo signorile, ora i prezzi (come dimostra la tabella elaborata e fornita dall’Ufficio studi di Tecnocasa-Milano) per il centro storico dell’Aquila vanno da 1600 euro per un signorile usato, ai 2200 euro a metro quadrato per un signorile nuovo, che attualmente è la quota massima di compra-vendita raggiunta fino al secondo semestre del 2017.
L’andamento peggiora nelle periferie immediate della città, con una lieve diversificazione tra l’area Est e quella Ovest, dove i prezzi a metro quadrato scendono ancora: dai 1150 euro per un appartamento signorile usato nella zona Est, a 1000 euro nella zona Ovest per la stessa tipologia. Con il nuovo, invece, si sale rispettivamente a 1650 e 1200.
Ma nel centro storico un appartamento economico usato si vende o si acquista anche a 800 euro a metro quadrato, mentre il medio usato costa 900 euro sia dentro le mura, sia in periferia. Anche se ci sono flebili segnali di ripresa.
Una situazione che potrebbe spalancare le porte agli speculatori?
Risponde il presidente dell’Ance, l’Associazione costruttori della provincia dell’Aquila, Ettore Barattelli.
«Io non la vedrei sotto la forma di speculazioni, ma di investimenti. Acquistare oggi un immobile all’Aquila, vuol dire proprio questo: investire. Perché tutte le abitazioni, e anche spazi commerciali e direzionali, sono state ricostruite o ristrutturate – gli edifici disponibili o quelli in via di ultimazione, naturalmente – con criteri antisismici, con coefficienti molto alti di risparmio energetico e con materiali di ultimissima generazione. Sono, in sintesi», sottolinea il presidente Ance, «case nuove e antisismiche, quindi molto più sicure e confortevoli rispetto a prima del sisma 2009. Se a questo aggiungiamo che L’Aquila tra qualche anno sarà una città smart, con i sottoservizi intelligenti, la fibra ottica e il 5G – per quest’ultima innovazione sarà, tra l’altro, la prima città sperimentale in Italia –, vuol dire che ci sono tutti i motivi per investire comprando un immobile nel capoluogo di regione. Un immobile che oggi può anche costare poco, ma che tra qualche anno triplicherà il valore. Pensiamo a chi ha acquistato negli anni ’70, pagando un appartamento a 20 milioni di lire e oggi si ritrova un immobile che vale 250 mila euro».
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