L'Aquila, crollo Casa dello studente: chiesti sei milioni di danni

Le parti lese: i gestori dell’edificio e chi fece i restauri potevano evitare la tragedia. Grandi Rischi, l’ex assessore regionale Stati e il professor Barberi disertano l’aula

L’AQUILA. La prima causa di risarcimento per il crollo dell Casa dello Studente è stata incardinata ieri davanti al giudice che deciderà sulla richiesta di danni di sei milioni delle sette parti civili, di cui sei rappresentate dall’avvocato Wania Della Vigna e una dalla collega Simona Fiorenza.

Ieri il presidente del tribunale Ciro Riviezzo ha avviato di fatto l’iter della controversia che è stata poi aggiornata al 21 giugno: la decisione si avrà non prima di qualche anno.

Il giudice ha rigettato la richiesta di unificare le sette diverse cause riservandosi di farlo successivamente.

«I superstiti del crollo», ha ricordato Della Vigna, «hanno subìto danni biologici ed esistenziali con perdite di occasioni di lavoro che non potranno mai essere risarcite pienamente, come non sarà mai appagato il dolore di chi ha perso i familiari».

Nel mirino ci sono la Regione, l’Adsu, i quattro tecnici condannati in Cassazione per i restauri, il Miur, le assicurazioni e la Farmaceutica Angelini che fece realizzare il palazzo. Le recenti motivazioni della sentenza della Cassazione hanno ribadito il concetto caro alle parti civili: il sisma del 6 aprile 2009 con magnitudo 6,3 «non fu evento eccezionale». Non si trattò, quindi, di un sisma dalla potenza elevatissima come avviene in Giappone: come a dire che chi ha gestito l’edificio doveva comunque preoccuparsi delle carenze costruttive che aveva. Se non ci fossero state o fossero state notate per tempo da chi fece i restauri nel 2000, il palazzo avrebbe resistito come tanti altri edifici coevi (1965) che hanno retto bene e la tragedia sarebbe stata evitata.

Le parti chiamate in causa sembrano fare da scaricabarile, ma le interpretazioni delle motivazioni della Cassazione da parte di Riviezzo saranno decisive. Le parti chiamate in causa sono assistite dagli avvocati Aleandro Equizi, Pierluigi Pezzopane, Mario Rossi, Luciano Dell’Orso, Sandro e Fabio Pasquali e dai legali dello studio Galasso.

Ieri si è tenuta anche un’udienza civile da parte dei familiari delle vittime del procedimento contro la presidenza del Consiglio dei ministri per il mancato allarme da parte della vecchia commissione Grandi Rischi. È stato ascoltato come testimone Mauro Lepidi, un ingegnere aquilano, ma hanno disertato l’udienza il professor Franco Barberi e l’ex assessore regionale Daniela Stati. Sono stati riconvocati per il 12 aprile.

Le innumerevoli parti lese sono rappresentate dagli avvocati Maria Teresa Di Rocco e Silvia Catalucci.

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