L'Aquila, Grandi Rischi, anche il pm ricorre ai giudici d’Appello

Contestata la responsabilità per un’altra vittima del mancato allarme. Le tesi difensive: il messaggio lanciato dagli scienziati venne distorto

L’AQUILA. In vista del processo di secondo grado all’ex commissione Grandi Rischi,dopo la condanna culminata con sette condanne a sei anni di reclusione in primo grado, accusa e difesa affilano le armi. La Procura contesta la colpa agli imputati anche per un’altra vittima dei crolli che non venne considerata dal giudice di primo grado Marco Billi. Non ci sono altre contestazioni visto che il giudice decise una condanna superiore a quella chiesta. Le difese hanno presentato ai giudici di appello che dovranno esaminarle, dei ricorsi voluminosi, almeno mille pagine, nei quali vengono ribaditi concetti in buona parte già espressi in primo grado. Uno di queste è di natura tecnica.

Secondo le difese la commissione Grandi Rischi fu convocata alla spicciolata in maniera non rituale. Per cui quella riunione aveva un valore informale e i giudizi espressi non erano che pareri generici senza alcun valore a livello di responsabilità. Fermo restando che, secondo le difese, comunque si disse in modo chiaro che i terremoti non sono prevedibili. Altra contestazione sta nel fatto che il messaggio rassicurante scaturito da quella riunione del 31 marzo 2009 venne veicolato alla popolazione in maniera distorta. Un altro elemento sul quale si insiste, confidando in una valutazione diversa dei giudici di appello, consiste nell’asserita scarsa credibilità delle testimonianze.

Le difese ritengono che si tratta di affermazioni comunque interessate a sostenere certe tesi che, pur nel dolore, erano comunque di comodo. Altre contestazioni riguardano anche il fatto che alcune persone, pur sapendo che i loro edifici non fossero solidi in quanto non in cemento armato, scelsero di restare a casa. Si contesta anche il fatto che alcuni edifici, anche se nuovi, sono crollati in quanto mal realizzati come attestano perizie non controvertibili: di lì alcune vittime ulteriori.

Il processo inizierà il 10 ottobre. Il collegio (due dei componenti sono donne) sarà presieduta dal giudice Fabrizia Ida Francabandera, con i magistrati Carla De Matteis e Marco Flamini. La tesi d’accusa verrà sostenuta dal pg Romolo Como. Gli imputati: Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Claudio Eva, Mauro Dolce, Gian Michele Calvi.

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