l'inchiesta

L'Aquila, ricostruzione e metro di superficie, indagato anche il sindaco Cialente

Stamane ha ricevuto un avviso di garanzia per i lavori nella sua casa e per il metro. Ad annunciarlo è lo stesso primo cittadino sulla pagina Facebook. Archiviata una vecchia inchiesta

L'AQUILA. La Procura  ha chiuso le indagini su una inchiesta che vede coinvolto il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. In particolare, si tratta di due aspetti di uno stesso procedimento. In una il sindaco, insieme ad un funzionario, rischia  la richiesta di processo, nell'altra è stata chiesta l'archiviazione per lui e per gli imprenditori Eliseo Iannini e Piergiorgio Ruggieri. Nella prima la ipotesi di reato contestata al sindaco e a un funzionario comunale, Fabrizio De Carolis,  è di tentata induzione indebita. Secondo l'accusa, Cialente avrebbe sollecitato lo sblocco di pagamenti di lavori della ditta Palomar allo scopo di evitarne il fallimento, poi effettivamente avvenuto e pressato per agevolare la demolizione di alcune strutture nell'ambito del Consorzio di 17 cooperative e 201 appartamenti a Pettino. Avrebbe tentato di indurre un'amministrazione di condominio a porre in essere atti contrati a doveri di ufficio. Questo nuovo filone nasce da una vecchia indagine  della quale il primo cittadino ha fatto comunicazioni su facebook, ultima delle quali stamani: l'accusa iniziale era di aver ottenuto lavori alla propria abitazione in cambio dello sblocco dell'annosa vicenda della transazione per la mai realizzata metropolitana di superficie. Stando a quanto confermato dal legale di Cialente, Carlo Benedetti, che è anche presidente del Consiglio comunale, in questo nuovo atto giudiziario notificato stamani è stata disposta l'archiviazione del sindaco dal primo filone; insieme a lui, gli imprenditori Iannini e Ruggieri. Le nuove accuse emergerebbero nell'esaminare i materiali di indagine, tra cui faldoni e faldoni di intercettazioni telefoniche: gli inquirenti hanno notato due possibili nuove accuse e le hanno notificate a Cialente, per il quale, ora, potrebbe scattare la richiesta di processo anche se Benedetti parla di "accuse estemporanee". La difesa sostiene che sono stati passati al setaccio  tutti gli atti riguardanti la casa di Cialente da almeno 12 anni senza trovare nulla. (g.g.)

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