L'Aquila saluta lo storico Alessandro Clementi

Professore e studioso, è morto a 91 anni. E' stato anche consigliere comunale. Lascia le sue opere e il suo contributo alla rinascita dopo il terremoto. Il cordoglio del sindaco . La sua testimonianza sul Centro

L'AQUILA. Un pezzo di storia che se ne va. E' morto all'Aquila Alessandro Clementi, professore e storico della città. Aveva 91 anni. Ha passato tutta la sua vita a studiare L’Aquila e la sua storia, soprattutto quella medioevale. Un uomo e uno studioso che dopo il terremoto non si è voluto mai arrendere offrendo il suo contributo alla rinascita della città. Di fronte alla città distrutta e a tante comunità disperse, ha più volte sentito il dovere civile di intervenire anche sulle pagine del Centro.

Ha insegnato per molti anni all’Università dell’Aquila, impegnato in politica è stato consigliere comunale. Grande appassionato della montagna. Fra i suoi volumi la storia dell’Università dell’Aquila; Le vicende dell’abbazia di Santa Maria di Picciano e poi L’arte della lana in una città del Regno di Napoli, Amiternum dopo la distruzione e con Elio Piroddi L’Aquila. Di recente, l’editore Laterza aveva ripubblicato il suo libro La Storia dell’Aquila dalle origini alla prima guerra mondiale. Aveva tradotto la Bolla di Celestino V nella versione che ogni anno viene letta il 28 agosto in occasione dell'apertura della Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio. Era nato a Palazzo Pica, storica residenza di una delle più facoltose famiglie dell'Aquila La notte del terremoto del 2009, tuttavia, il professore, come raccontò al Centro in un'intervista del 2014, si trovava a Cavalletto d' Ocre, dove si era trasferito a seguito delle numerose scosse nei mesi antecedenti il 6 aprile. «Io sono nato a Palazzo Pica», disse Clementi, «e ne ho nostalgia personale, inoltre lì ci furono i Pica, i massimi rappresentanti dell'Aquila e del territorio, erano mercanti di zafferano. E la loro ricchezza, che si manifesta nel cortile Pica, dipende dal commercio della zafferano. I Pica però resistettero anche alle crisi dello zafferano». Alla famiglia Pica appartenne anche il patriota Giuseppe Pica che nell'800 firmò la Legge Pica contro il brigantaggio.

Il cordoglio del sindaco. «La notizia di questa immane perdita per la nostra città e per tutto il mondo della cultura - ha dichiarato il primo cittadino Pierluigi Biondi - ci trova impreparati, costernati e profondamente colpiti. Alessandro Clementi è stato una colonna portante del nostro Ateneo, quale professore ordinario di Storia Medievale, e un esponente di spicco della comunità scientifica. Storico appassionato, scrupoloso, rigoroso nella ricerca quanto brillante nell'esposizione. Il suo contributo agli studi di abruzzesistica è stato di enorme portata, sia in relazione alla grande quantità di materiali prodotti e di scritti pubblicati, sia in riferimento alla rilevanza innovativa. Fu tra i firmatari dell'Atto Costitutivo del Teatro stabile d'Abruzzo, nel 1963, ed era solito ricordare con lucidità, entusiasmo e nostalgia quegli anni straordinari di fermento e vivacità culturale nella nostra città. Anni in cui, da frequentatore abituale della Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi, era solito incontrare Ignazio Silone, a sua volta presenza frequente nella Tommasiana». «È di pochi anni fa - ha ricordato ancora il sindaco - un suo straordinario intervento in una puntata speciale del Tg2, dedicato all'Aquila, quando, felice e commosso, accompagnò il cronista a visitare palazzo Pica, dove si trovava la casa nella quale aveva sempre vissuto, spiegando la storia e le vicissitudini di questo luogo così carico di significato e di pregio artistico. Grande amante della montagna e profondo conoscitore del territorio, è stato animatore di importanti ricerche a cura del bollettino del Cai. Legatissimo alla nostra città, il professor Clementi è rimasto, fino alla fine, giovane nell'animo, nella volontà e nello spirito, - ha concluso Biondi - e ogni suo intervento, in pubblico o in privato, era fonte di arricchimento per chiunque avesse modo di ascoltarlo. Straordinario è il suo lascito, culturale e morale, per tutti noi, e perenne sarà il suo ricordo. Alla figlia Fausta e a tutta la famiglia Clementi giungano, in questo giorno di lutto, le più commosse condoglianze mie personali e della Municipalità aquilana tutta».