Calcioscommesse

L'Aquila-Savona di tre anni fa: gli atti del processo in Cassazione 

Il pm aveva chiesto il processo per Di Nicola, ex manager rossoblù. Assolto Di Napoli. Dubbi sulla competenza

L’AQUILA. Nelle ore che precedettero la partita del Savona all’Aquila, giocata il 23 novembre di 3 anni fa, i telefonini dei due allenatori erano incandescenti. Arturo Di Napoli, allora tecnico della squadra ligure, ed Ercole Di Nicola, già dirigente rossoblù, conversarono a lungo e, secondo il teorema della Procura di Catanzaro poggiato su alcune intercettazioni, stavano combinando il match tra le due formazioni di serie C nell’ambito del calcioscommesse.
Per la Procura calabrese, che poi ha trasferito gli atti a quella aquilana, i due allenatori dovevano rispondere di frode sportiva insieme al collaboratore di Di Napoli, Massimiliano Solidoro.
Ieri, dopo la richiesta di rinvio a giudizio per frode sportiva, gli atti sono approdati davanti al gup. «In concorso tra loro e con calciatori», si legge nel capo di imputazione, «con più atti esecutivi nelle rispettive qualità di direttore sportivo del Savona il primo, di allenatore dell’Aquila il secondo, di collaboratore del Di Napoli il terzo, si offrivano e promettevano reciprocamente denaro e/altra utilità o vantaggio quali partecipanti alla competizione sportiva L’Aquila-Savona, al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione medesima». La partita si concluse con il risultato di 1-0 per la formazione aquilana.
Ieri, però, c’è stata una sorta di colpo di scena. Il gup, su richiesta dello stesso pm Fabio Picuti, ha assolto, tramite rito abbreviato, Di Napoli, ora allenatore ma in passato buon calciatore di Napoli, Inter, Messina, Salernitana e Venezia.
Poi il caso si è arenato, nel senso che si è aperta una discussione sulla competenza territoriale. Nel dubbio si è deciso di investire la Corte di Cassazione circa questo conflitto di competenza. Certo è che l’uscita di scena di Di Napoli sembra alleggerire non poco la posizione dell’ex dirigente rossoblù come pure di quella di Solidoro. Solo quando sarà notificato il verdetto della Cassazione si potrà avere la definizione del caso davanti al giudice competente che potrebbe essere di Rimini. Le richieste di processo fatte da Picuti sono sub judice nel senso che dovranno, eventualmente, essere reiterate dalla nuova Procura. Del resto lo stesso pm non ha indicato la sede a suo avviso opportuna. Durante l’udienza c’è stata la costituzione di parte civile del Coni. Nel corso del procedimento penale Di Nicola, che è di Morro d’Oro, è assistito dall’avvocato Maurilio Prioreschi, noto per essere stato il difensore di Luciano Moggi nei processi su Calciopoli e dall’avvocato Libera D’Amelio del Foro di Teramo. In aula anche gli avvocati aquilani Stefano Massacesi, che ha tutelato la posizione di Di Napoli, e la collega Patrizia D’Eramo. Solidoro è assistito dall’avvocato genovese Andrea Vernazza. Il gup che ha diretto l’udienza è stata Guendalina Buccella.
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