L'Aquila, Villa Valeri ceduta all’asta. Era la Arcore peligna

Uno dei simboli dell’impero dell’imprenditore ed editore televisivo passa di mano Ascesa e declino di un sogno. Immobile acquistato a 94mila euro da una 34enne

SULMONA. È stato uno dei simboli del “piccolo impero” che l’imprenditore Ennio Valeri era riuscito a costruire a cavallo tra la metà degli anni Settanta e gli anni Ottanta. Un impero che girava attorno alla realizzazione di alcune lottizzazioni edilizie poi finite nel mirino della Procura e al grande affare di Villa Sardi che è stato, insieme al centro commerciale di via Sallustio, motivo del progressivo declino dell’imprenditore. Per novantaquattromila euro, è stata venduta l’altro giorno Villa Valeri, luogo di incontri e di decisioni, una sorta di “Arcore peligna”, dove sono passati personaggi di spicco della politica e del mondo bancario e finanziario.

La villa diventata l’immagine di un impero decaduto sorge sulla strada dell’Ancinara, nella piana tra Sulmona e Pacentro, al centro di un’ampia distesa di terreni coltivati, su una superficie di 3400 metri quadrati. Attualmente si trova in uno stato di totale degrado: stabile, piscina, gazebo, fondaco e ripostigli sono diventati un cumulo di mura in completo abbandono. Ad aggiudicarsi l’intero lotto è stata una sulmonese di 34 anni, per un’offerta inferiore alla base d’asta fissata a 124mila euro. L’operazione di procedura esecutiva immobiliare è iniziata nel 2008 e si è conclusa ai primi di maggio, dopo quasi dieci anni, nello studio dell’avvocato Margherita Faraglia. Una villa attorno alla quale si era creato un alone di fascino e di ammirazione. Ma anche di dispute giudiziarie. Giudici, avvocati e processi entrarono di prepotenza nella quotidianità dell’imprenditore, per via del centro commerciale di via Sallustio che portò a uno scontro durissimo con l’allora sindaco Franco La Civita.

Valeri, in quella villa, incontrava anche personalità di rango della politica, non solo imprenditori, ai tempi del nascente centro commerciale e dell’emittente Videoesse, gioiello di famiglia. Nella villa nacquero e tramontarono tanti sogni. Progetti in una città che guardava ancora al futuro, non ancora impigliata in troppi problemi, né ancora in clima di declino. Poi il lento crepuscolo dell’imprenditore si è accompagnato alla fine del sogno del centro commerciale, passato in altre mani e allo “spegnimento” della tv tanto promettente quanto esposta ai contraccolpi della fine di quel sogno. In quella villa si è vissuto un capitolo della storia della città di cui ora tanti hanno nostalgia.

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