La Cgil: ci sono i soldi per rilanciare il polo farmaceutico

Marrelli: si possono utilizzare fondi della ricostruzione che la legge Barca ha destinato alle attività produttive

L’AQUILA. I fondi per il polo farmaceutico ci sono e vanno spesi. Le richiesta è della Cgil ed è indirizzata a politica, governo e istituzioni locali. Il sindacato, in particolare, pensa al 5% sui fondi della ricostruzione, che la recente legge Barca ha destinato alle attività produttive. Risorse disponibili e che potrebbero essere impiegate per investire sul settore dei farmaci, che all'Aquila ha rappresentato, dopo il sisma, una realtà positiva di rilancio dell'economia del territorio. Secondo il segretario generale della Filctem-Cgil Francesco Marrelli, «a distanza di oltre tre anni c'è bisogno di ripensare il cosiddetto polo farmaceutico aquilano, consolidando ulteriormente i siti industriali (Sanofi, Dompè, Menarini), qualificandone i prodotti e potenziandone l'attività di esportazione verso i mercati internazionali. In particolare alla Menarini, dove dopo la dichiarazione di mille esuberi nel gruppo, lo stabilimento aquilano ha iniziato a perdere quote di produzione con relativa occupazione. Se la ripresa delle attività post-sisma ha registrato dati positivi e ha confermato il lavoro per circa 700 dipendenti, il futuro del comparto farmaceutico chiede a tutti noi - i sindacati, le istituzioni locali, le forze politiche e le associazioni industriali - una discussione approfondita per capire cosa accade e cosa si può fare per consolidare la presenza delle aziende in città». Per Marrelli, sul fronte dei finanziamenti annunciati e mai utilizzati, vanno segnalati quelli inerenti il contratto di programma per il settore farmaceutico, previsto dal decreto legge 39 del 2009, e poi la percentuale del 5% dei fondi della ricostruzione, che la legge destina al rilancio economico del territorio colpito dal sisma. «Una disponibilità, questa del 5% sui fondi della ricostruzione, che potrebbe davvero rappresentare un'occasione irripetibile per il capoluogo», sottolinea Marrelli, «ma che ha bisogno di essere chiarita in alcuni aspetti. In particolare si tratta di capire come rendere esigibile, spendibile, la somma prevista dalla legge. Va chiarito quanti soldi si possono spendere ogni anno, a partire da quando e con quali procedure. Il governo deve chiarire quando si potrà cominciare a spendere questo denaro. Sono risposte che aspettiamo per discutere con le aziende programmi di investimento».

Romana Scopano

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