La città torna a fare il pieno di turisti 

Posti esauriti e un intero hotel prenotato dall’imprenditore Verrocchi per amici e parenti arrivati come lui dall’Australia

SULMONA. Alberghi e B&B sulmonesi quasi tutti pieni per la Pasqua. Le prenotazioni hanno sfiorato il 90 per cento, con la maggior parte delle chiamate che, questa volta, sono arrivate già da una settimana prima e non più all’ultimo minuto. Dopo il calo di presenze dello scorso anno, dovuto alla psicosi terremoto e maltempo, si è tornati al sold out per il lungo fine settimana di Pasqua. Gli albergatori hanno un motivo in più per gioire, dal momento che la permanenza media è di due-tre giorni e non di una sola notte, con molte persone che sono rimaste in città anche da venerdì a domenica.
Domenico Santacroce, presidente dell’associazione albergatori che raggruppa quattro hotel (Albergo Stella, Manhattan Village, Ovidius, Meeting), conferma il pienone raggiunto con qualche ora di anticipo rispetto alle prenotazioni last minute degli ultimi anni.
«La Pasqua va da sola», dice Santacroce, «non ha bisogno di marketing e di pubblicità. I turisti sono già arrivati da giovedì e avevamo superato la percentuale dell’80 per cento già dai giorni scorsi».
I riti pasquali sulmonesi e soprattutto la Madonna che scappa in piazza si confermano gli eventi clou del turismo cittadino, in grado di attirare ogni anno migliaia di visitatori e turisti, per un giro d’affari di circa 4 milioni di euro.
In città, già dal Venerdì Santo erano molti i turisti, anche stranieri. Conferma l’andamento positivo degli arrivi Gianluca Casaccia, presidente del Consorzio albergatori sviluppo turistico “Cuore dell’Abruzzo”, che raggruppa cinque strutture (hotel Armandos’s, Rojan, Le Ginestre, Sagittario, residenza Villa Giovina) per un totale di 150 camere.
«Le presenze rispecchiano il quadro della Pasqua 2018 quando gli alberghi del centro storico hanno fatto registrare il tutto esaurito a differenza di quelli collocati in periferia che non si sono riempiti», ricorda il titolare dell’hotel Rojan. «La permanenza media è di tre giorni, con le prenotazioni che sono arrivate nelle strutture già piene dirottate in quelle che non lo erano ancora».
La gran parte delle prenotazioni si è concentrata nella giornate di sabato e domenica, anche se non mancano gruppi che hanno prenotato da venerdì a lunedì, così da poter assistere alla processione del Cristo Morto, alla Madonna che scappa, per chiudere con la scampagnata di Pasquetta.
Vanno bene le cose anche ai ristoranti e ai B&B, mentre coi lavori ancora non ultimati nella piazzola dei camper di via Japasseri, i tanti camperisti sono stati dirottati al piazzale Di Bartolomeo.
«Io ho scelto la formula del weekend», conferma Giuseppe Bono dell’hotel Stella in via Mazara. «Non ho voluto accettare prenotazioni da una sola notte e il pacchetto del fine settimana proposto ha funzionato abbastanza bene».
Moltissimi gli stranieri in città, soprattutto australiani, che sono arrivati al seguito di Mario Verrocchi, titolare di una grande società farmaceutica con attività aperte in tutta l’Australia e tra gli uomini australiani più ricchi.
L’imprenditore, originario di Sulmona, ha prenotato un intero hotel per amici e parenti, mentre lui sta soggiornando nel palazzo che ha acquistato in piazza Garibaldi e che ha restaurato con pietra della Majella e domotica modernissima, con una piscina riscaldata al posto dei fondaci. Verrocchi ha già acquistato un altro palazzo sulla piazza che sta ora ristrutturando proprio per poter assistere alla le processioni del venerdì santo da casa.
In città, però, sono arrivati anche gruppi dal Libano, Israele, Costa Rica, Stati Uniti e, chiaramente, oltre alle città italiane.
Chi è arrivato nella zona potrà contare su un cartellone realizzato con una decina di eventi che andrà avanti fino a fine aprile e che contiene mostre, concerti e spettacoli.
Unica pecca i soliti negozi chiusi in centro storico, salvo qualche eccezione, e la maggioranza dei bar serrati a pranzo, con quei turisti che cercavano posti più veloci dove poter mangiare e che alla fine sono stati costretti a consumare qualcosa per strada.
©RIPRODUZIONE RISERVATA