La fiction della discordia approda in Parlamento 

La deputata Pd Pezzopane interviene in aula alla Camera: «Immagine distorta» Il sindaco Biondi: «Non sono mai entrato nel merito dell’opera artistica»

L’AQUILA. Approdano in Parlamento le reazioni contrastanti relative alla fiction “L’Aquila grandi speranze”. All’indomani della prima puntata, la deputata del Partito Democratico Stefania Pezzopane, che già sui social aveva parlato di “grandi bugie”, ha rincarato la dose in aula. «Grazie anche alla grande promozione che la Rai ha fatto e grazie ai trailer e alle ospitate nelle trasmissioni di talk», ha detto intervenendo alla Camera, «noi aquilani abbiamo immaginato un racconto serio e che appunto facesse riferimento alle nostre grandi battaglie, alle nostre sofferenze e alle nostre grandi speranze. Ci siamo invece trovati di fronte a degli espedienti narrativi che hanno camuffato completamente la vicenda storica, sovrapponendo delle cose che nulla hanno a che fare con quella vicenda ancora viva nel dolore, a pochi giorni dal decennale».
DISTORSIONI. Un’immagine dell’Aquila distorta, secondo Pezzopane, che, tuttavia, sembra dimenticare che si tratta di un lavoro di finzione per il piccolo schermo piuttosto che un documentario. «In particolare», ha detto, «voglio segnalare come molto grave, in una fiction della Rai che è pubblica, l’uso che è stato fatto di giovani che scorrazzavano tra le mura storiche e le macerie come bande, baby gang in lotta, tra fumogeni e bastionate, per accaparrarsi i resti delle macerie. Voglio dire al popolo italiano, ai 3 milioni di utenti che hanno guardato la puntata, e alla Rai, che è un’immagine indecente e che nessun ragazzo ha mai rubato».
BIONDI. E mentre la rete continua a riempirsi di commenti del tipo “io non ho visto la fiction ma...”, il sindaco Pierluigi Biondi interviene per precisare di non aver mai fatto valutazioni di alcun tipo in merito al contenuto del lavoro di Marco Risi. «Non ho mai affermato che la fiction sarebbe servita a raccontare delle verità», scrive. «Durante il saluto al regista e a quanti avevano partecipato alle riprese, tenuto il giorno dell’anteprima all’Auditorium del Parco, anche in virtù della presenza di numerosi giornalisti della stampa nazionale, ho fatto un ragionamento diverso. Non sono entrato nel merito dell’opera artistica ma ho spiegato che la rappresentazione che alcuni fanno della nostra città è falsa. Non è vero, come ho letto, che in centro storico sono state ricostruite solo chiese o palazzi nobiliari, o che questa terra sia stata teatro di un malcostume diffuso nella ricostruzione. Ci sono state e ci sono problematiche aperte ma, al contempo, esistono molti esempi positivi per cui L’Aquila può essere presa a modello e che è un dovere morale, da parte di chi scrive e racconta la nostra città, spiegarlo agli italiani».
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