La Maldicenza fa l’occhiolino al cinema 

Appuntamenti sul pettegolezzo a metà tra finzione e realtà. Gran finale con le cene che assegnano le cariche agnesine

L'AQUILA. La maldicenza declinata nelle sue mille sfumature. Accostata persino al cinema, in una versione inedita. La tredicesima edizione del Pianeta maldicenza, presentata ieri a palazzo Fibbioni, e organizzata dall'associazione culturale I Devoti di Sant'Agnese con il patrocinio del Comune dell'Aquila, affronta un tema caldo: storie imbastite tra realtà e finzione cinematografica. Tre appuntamenti, mercoledì 10, giovedì 11 e venerdì 12 gennaio, curati da Gabriele Lucci, con altrettanti sottotitoli accostati al pettegolezzo e all'ambiguità delle relazioni sociali. E così, “Io e l'altra”, diventa l'immagine riflessa di sé, quando la distorsione del reale traduce la maldicenza in accusa esplicita. Si passa, poi, ad un'analisi, con l'ausilio degli psichiatri Massimo Casacchia e Valter Marola, delle declinazioni pericolose del sentimento: dall'invidia, alla gelosia, alla frustrazione, utilizzate per annientare l'antagonista. Anche in questi casi, dalla gelosia alla follia il passo è breve, come raccontano anche molte pellicole cinematografiche. Infine, l'Ombra del dubbio, tra dubbi e incertezze, giudizi e suspense. Dal passaparola alla comunicazione globale fino ai dubbi e sospetti che riguardano la sessualità, in quella che può diventare una vera condanna sociale. Riflessioni che saranno al centro della conversazione con lo storico Umberto Dante. Un cartellone di iniziative ricchissimo, che si concluderà con la consegna del Palio di Sant'Agnese alla confraternita vincitrice, sabato 20 gennaio alle 18 al parco del Castello, e con lo spettacolo di domenica 21, alle 17, al ridotto del Teatro Comunale, un omaggio a Ludovico Nardecchia nel centenario della nascita di Mario Lolli, ma deficitario, per il primo anno, del supporto di Bper, che non ha inteso sponsorizzare l'iniziativa. La festa della maldicenza, celebrata secolarmente all'Aquila, si apre all'Abruzzo, come hanno sottolineato gli organizzatori: un prodotto dop, culturale e turistico, da esportare.
«Quando sarà perfezionata la ricostruzione materiale», ha sottolineato il vicesindaco Guido Quintino Liris, «dovrà esserci anche una ricostruzione sociale, che consenta la permanenza dei giovani in città. Il Pianeta maldicenza è un fattore identitario della nostra storia. La politica e l'amministrazione sono da sempre facile bersaglio della satira, ma un'amministrazione trasparente non deve avere paura di subìre delle critiche».
«La maldicenza è una tradizione da mantenere viva e presidiare», il commento di Angelo De Nicola, presidente della Confraternita I Devoti di Sant'Agnese, che ha tenuto a sottolineare «la valenza del festival imperniato sulla critica sincera e costruttiva». Gli appuntamenti del Pianeta maldicenza, illustrati in dettaglio da Dino Rocchi, magnus magister dell'antica congrega di Sant'Agnese, dallo psichiatra Massimo Casacchia, che ha dipinto la maldicenza come figlia dell'invidia, dalla docente universitaria Liliana Biondi e dalla regista Marisa Mastracci, faranno da preludio alle numerosissime riunioni culinarie promosse dalle diverse associazioni e congreghe, che si riuniscono domenica 21 gennaio e nei giorni seguenti. Festosi banchetti in cui vengono assegnate le cariche agnesine, sempre più nel nome di una tradizione che vira verso un'identità culturale.
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