La notte del terremoto ridevano anche alcuni aquilani

La nuova inchiesta sulla ricostruzione all'Aquila: quattro persone ai domiciliari e altre quattro indagate. Spicca il nome del vice sindaco Riga. Un colpo duro all’amministrazione Cialente finora immune da tangenti e corruttele
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Crolla anche il mito del Comune dell’Aquila isola felice, impermeabile a tangenti e corruttele. Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente fino a pochi giorni fa aveva difeso la sua “squadra” vantando che mentre su Provincia e Regione si erano abbattute tempeste giudiziarie il Comune dell’Aquila ne era rimasto indenne. Questa mattina invece la Procura dell’Aquila ha arrestato (ai domiciliari) 4 persone fra cui un ex assessore comunale della giunta Cialente , Wladimiro Placidi, un ex assessore comunale della giunta di centrodestra (giunta in carica fino al 2007) Pierluigi Tancredi che Cialente dopo il sisma aveva coinvolto nella ricostruzione (dovette fare poi marcia indietro e ritirargli la delega che gli aveva affidato per una forte reazione popolare fatta a colpi di sms) , la collaboratrice di Tancredi ed ex cerimoniera del Comune Daniela Sibilla e un imprenditore impegnato nei lavori di ricostruzione.

Ma il colpo duro all’amministrazione Cialente arriva dai nomi di due degli indagati: Mario Di Gregorio funzionario responsabile della ricostruzione e già indagato in altre vicende (ma sempre difeso dal sindaco che anzi lo ha posto in ruoli strategici nella ricostruzione) e il vice sindaco Roberto Riga (Api) che fino a poche settimane fa aveva anche la delega alla Protezione civile e cacciato da questo ruolo da una dura reprimenda del capo della Protezione civile Franco Gabrielli e dopo una mozione di sfiducia da parte del consigliere comunale Vincenzo Vittorini.

L’inchiesta si basa su molte intercettazioni ambientali e telefoniche ed è stata condotta dalla polizia e in particolare dagli uomini della Squadra mobile diretti all’Aquila ma Maurilio Grasso, figlio del presidente del Senato, Pietro Grasso. L’indagine, va tenuto conto, si riferisce ai primi mesi del post sisma, una dimostrazione plastica che la notte del terremoto, appena usciti di casa, anche alcuni aquilani ridevano, emuli di quel tal Piscicelli che oggi sembra una mammoletta rispetto a quello che si profila dalle inchieste della Procura aquilana.

Il rischio ora è che l’immagine a livello nazionale che produrrà questa vicenda finirà per frenare ancora di più il flusso dei finanziamenti (oggi in città doveva esserci il ministro Trigilia che non arriva forse perché qualcuno del suo staff lo ha consigliato diversamente , forse subdorando ciò che stava per avvenire).

Insomma un colpo a chi il sei aprile ha perso tutto (e sarà per sempre segnato da dolore e macerie) e che non rivedrà per ora la sua casa e la sua città.

Mediti il sindaco Cialente, parli meno e controlli meglio chi lo circonda evitando di offendere parenti delle vittime e consiglieri (per esempio Vittorini e Di Cesare, ma non solo) che fanno bene il proprio lavoro denunciando le cose che non vanno.

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