Lavoratori ex Intecs, disperato appello a Lolli 

I 70 tecnici rifiutano la convocazione per oggi: in 13 mesi nulla di fatto, ora vogliamo azioni concrete

L’AQUILA. I lavoratori ex Intecs, riuniti in assemblea, a oltre un anno dal licenziamento, chiedono al presidente vicario Giovanni Lolli di passare il testimone della vertenza al prossimo governo regionale. Lolli li convoca per questa mattina, ma loro rifiutano «perché vogliamo essere chiamati quando ci sono proposte concrete». E tirano le somme della loro vertenza, che «a questo punto della situazione, è priva di risultati e assume i contorni della disperazione», per le 70 famiglie coinvolte. «Che la proprietà Intecs avesse iniziato a depotenziare, scippare e svilire il nostro laboratorio, era evidente. Con l'impiego massiccio degli ammortizzatori sociali disponibili, si è temporeggiato, in attesa di soluzioni alternative», affermano nella lettera a Lolli. «Dal 2012 al 2017 siamo stati spettatori di altisonanti convegni e presentazioni pubbliche di mirabolanti progetti innovativi e di nuove imprese sul punto di insediarsi sul nostro territorio, di cui nulla o quasi si è concretizzato. E comunque senza che la nostra vertenza ne abbia tratto alcun beneficio: Data Center InAsset Telenia; Infratel; il colosso cinese Zte, con la sperimentazione aquilana sul 5G, finanziata ma con esiti occupazionali nulli per il territorio; Enel Open Fiber; Ceit; Elco, che ci ha sottoposto un questionario conoscitivo; Ortec, con cui abbiamo sostenuto colloqui individuali; gruppo Fca col progetto del veicolo teleguidato; Axitea; Abo Data; Gunpowder, con il corso tenuto in sede universitaria e che avrebbe dovuto impiegare 140 risorse; Elettronica italiana; Brio Ev dell'americana Panoz con la vettura a propulsione elettrica; LFoundry; Darkside con gli studi sulla materia oscura; progetti di Cyber Security, IoT, Big Data, Crm, nonché la chimera dei fondi del 4% del terremoto. Non abbiamo snobbato nessuna possibilità, nemmeno l'ipotesi di un doloroso spezzatino delle risorse in ambiti di competenze ben diversi dal nostro. La Regione ha contribuito con un finanziamento di 5 milioni già versati e altri 5 milioni stanziati, al bando ministeriale sulla Space Economy, ma senza garanzie concrete sulle ricadute occupazionali. A 13 mesi dal licenziamento con il presidio permanente dei lavoratori nel camper davanti agli uffici della Regione, il risultato è zero ricollocati. L'assemblea chiede con forza a Lolli, come azione di fine mandato, un atto di dignità nei loro confronti, formalizzando il passaggio della vertenza al prossimo governo regionale».