L'AQUILA

Le intercettazioni: abbiamo i soldi in pancia, poi facciamo le varianti

L'inchiesta su terremoto e appalti, così i tecnici incrementavano le spese per la conclusione dei cantieri avviati. Piccinini: «Di Vincenzo jr segnalato dalla Curia». L’arcivescovo: «Tutto regolare»

L’AQUILA. «Abbiamo i soldi in pancia, ma è meglio che escono i problemi così facciamo le varianti».
I fitti colloqui, centinaia e centinaia di chiamate finite nel mirino degli investigatori, svelano i retroscena dei 12 cantieri che per l’accusa hanno fatto riscontrare più di un’anomalia. In particolare, in questo caso, il discorso è relativo al mancato completamento delle opere previste per la riapertura del teatro comunale, per cui la struttura non sarebbe stata restituita per il riutilizzo «mancando tutta la parte relativa agli impianti».
IL MOLTIPLICATORE. Si parla, dunque, di varianti in corso d’opera, di perizie di adeguamento, di documenti da allegare. «Quindi tu puoi fare tutto quello che c’è nella variante, puoi rendicontare tutto con la variante, però non posso approvarti l’aumento di spesa dei 700mila euro che avviene con l’atto aggiuntivo, però per te è un dettaglio, perché tanto tu puoi rendicontare fino a sette milioni che era l’importo contrattuale».

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Quando si parla delle famigerate somme recuperate, secondo un meccanismo che la Procura giudica illecito, il geometra Santoro riferisce di aver raggiunto la somma di 8-900mila euro e che avrebbe dovuto sistemare la documentazione per illustrarla al contabilizzatore. «Ci dovrebbero essere i 580mila euro dell’appalto principale più i 300mila euro dell’articolo 57, quindi noi un 8-900mila euro ce li abbiamo in pancia, solo che dobbiamo sistemare la documentazione e gliela dobbiamo andare a spiegare al contabilizzatore». In certi casi, i documenti consegnati «non erano nemmeno firmati e timbrati», evidenzia il giudice.

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INGARBUGLIAMENTO TOTALE. In tutti questi passaggi, fondamentale è anche il ruolo dei controllori. Uno di questi è Antonio Zavarella, architetto di Sulmona, presidente della commissione di collaudo del teatro. Secondo il geometra Leonardo Santoro «solo lui può tenere le redini di tutto questo ingarbugliamento totale». «Lo vedo una persona molto ragionevole...quindi penso che con lui si può parlare bene...non a caso...quando Lello lo ha messo a presidente della commissione di collaudo...».
RACCOMANDAZIONI CELESTI. Nelle carte dell’inchiesta i tecnici cercano i buoni uffici di alcuni parroci per ottenere lavori. E lo stesso Piccinini, parlando di un incarico affidato a Giancarlo Di Vincenzo, dice che era stato segnalato dalla Curia dopo aver già fatto altri rilievi sul sito. In relazione alle frequentazioni tra ecclesiastici, progettisti e imprese, e alle riunioni che hanno visto la partecipazione, in certi casi, anche dello stesso arcivescovo, il presule Giuseppe Petrocchi fa sapere, da fonti a lui vicine, che «dalle informazioni in nostro possesso tutto è assolutamente regolare».(e.n.)
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