Lite col Comune da 14 anni per ottenere seimila euro 

Un imprenditore chiede i soldi per un “service” fatto nella Perdonanza 2004 Ha ottenuto un decreto ingiuntivo, ma l’ente si oppone al pignoramento

L’AQUILA. Le grane giudiziarie sui pagamenti delle passate edizioni della Perdonanza celestiniana continuano a pesare sul Comune dell’Aquila.
Non sempre ci sono in ballo cifre altisonanti, ma l’ente, tramite l’ufficio legale, deve fronteggiare episodi ormai lontani nel tempo.
È il caso di un decreto ingiuntivo ottenuto da Francesco Dufrusine, titolare della ditta “Net music and future technology” emesso nel 2005 dal tribunale per un importo di 6mila euro.
Un decreto che poggia sull’espletamento dell’incarico di service e audio per vari spettacoli che si sono tenuti in alcune piazze del capoluogo di regione nel mese di agosto dell’ormai lontano 2004.
Contro questo decreto ingiuntivo il Comune dell’Aquila ha proposto la propria opposizione deducendo la carenza di legittimazione attiva.
Dopo quasi sette anni, con sentenza depositata nel 2012, il tribunale dell’Aquila ha respinto l’opposizione del Comune e ha condannato l’ente locale a corrispondere la somma a Dufrusine.
La controversia non è finita lì. Nel senso che il Comune ha poi proposto ricorso in Appello, ma anche in quel grado di giudizio le cose non sono cambiate e il verdetto non è mutato, visto che la sentenza è stata depositata un paio di mesi fa.
A quel punto, forse in attesa di un ricorso in Corte di Cassazione, il Comune si è opposto all’atto di pignoramento, di recente avviato, per un motivo di natura tecnica: il pignoramento avviato presso terzi sarebbe poggiato su un titolo esecutivo ormai privo di efficacia, ovvero il decreto ingiuntivo di 13 anni fa, ma ritenuto privo di efficacia in quanto sostituto dalla sentenza del 2012 del tribunale civile.
La decisione di opporsi al pignoramento e, dunque, all’esecuzione, è stata presa dalla giunta comunale che, il 10 settembre scorso, ha dato mandato all’ufficio legale di andare avanti nella difficile controversia.
In caso di ulteriore sconfitta ci sarebbe il ricorso in Cassazione, ma l’ente si troverebbe a fronteggiare un giudizio davvero difficile con una “doppia conforme” a sfavore. (g.g.)
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