Luciana fa le valigie: «Italia addio, non c’è più posto per me»

La Martini lascia la Marsica e si trasferisce a Bratislava «Nel mio Paese non esiste meritocrazia, solo clientelismo»

AVEZZANO. Quando calca il palcoscenico, voce graffiante e grinta da leonessa riescono a catturare il pubblico già dopo poche note. Affronta la vita con forza d’animo e coraggio, riuscendo facilmente a nascondere un “cuore di panna” – come ama definirlo lei – e una sensibilità tante volte messi a dura prova.

Luciana Martini, avezzanese doc, fa la cantante da quando era giovanissima e si è fatta apprezzare non solo nella sua terra d’origine ma anche sui palchi di tutta Italia. Un “talento nato” direbbe qualcuno, che però non è bastato ad assicurarle una stabilità economica che le regalasse la serenità. Tagliato il traguardo dei 40 anni, a novembre scorso ha fatto la valigia e ha deciso di dare una svolta alla sua vita. Si è messa su un aereo e ora vive a Bratislava, capitale della Slovacchia.

Quando e dove è iniziata la sua carriera di cantante?

«Dopo il diploma al Liceo Scientifico, ho collaborato con l’autrice e pianista Paola Crisigiovanni. Insieme scrivemmo la canzone “Stelle” e degli amici la mandarono al festival di Castrocaro. Arrivai in finale».

Tante partecipazioni a programmi televisivi, come è approdata in tv?

«A Castrocaro mi notò Gianni Dell’Orso, noto produttore. Avevo 20 anni e ho affrontato tutto con determinazione. Mi disse di mettere su un gruppo e arrivarono “I sei come sei”. Portai con me il mio amico di Celano, Danilo Ciaccia».

Con la televisione, Martini ha conquistato il “grande pubblico”. Con i “Sei come sei” ha partecipato a due edizioni di “Domenica in”, a due del “Tappeto volante” e all’edizione di “Tira e molla estate”.

Quali le esperienze più entusiasmanti?

«Tra le altre, quella al Tappeto volante, dove Luciano Rispoli mi volle in sostituzione di Rita Forte, come solista. Grande tappa è stata anche quella della prima edizione della Corrida, dopo la morte di Corrado, sostituito da Gerry Scotti».

Tipica bellezza mediterranea, con lunghi capelli e occhi castani, difficilmente il suo sorriso passa inosservato. È arrivata a “Scommettiamo che” con Fabrizio Frizzi e Valeria Mazza. Chi non la ricorda nella trasmissione “Meno siamo meglio stiamo”, come la “Bella di Cerignola”, l’”amante” di Renzo Arbore, che la volle come ospite fissa per 17 puntate.

La sua è una fuga dall’Italia?

«Più che dall’Italia la mia è una fuga dal senso di inadeguatezza in cui mi sono ritrovata a vivere negli ultimi tempi. In Italia, a 40 anni, sei fuori da tutto. Il mondo lavorativo accoglie solo giovani e giovanissimi, in ogni campo. Nel nostro Paese non esistono la parola meritocrazia, nè la parola talento. Clientelismo è la parola chiave. La decisione è arrivata in un momento di estrema serenità, in cui non ha trovato posto la paura . Cos’altro avrei dovuto fare? Non posso accedere a un concorso, mandare curriculum alle selezioni era inutile».

Suo padre era impiegato all’ufficio di collocamento. Non le sembra un paradosso?

(ride) «E certo che è un paradosso. Ma mio padre è una persona estremamente corretta. Non chiede o elemosina qualcosa. Lo ammiro anche per questo».

All’improvviso la sua voce diventa dura.

«Ad Avezzano ero arrivata a sentirmi inadeguata. Non solo socialmente. Ero arrivata a mettere in dubbio la mia stessa personalità, come anche la qualità della mia voce e il mio talento. Chi mi conosce solamente dal di fuori può anche pensare che io sia una persona dura, ma in realtà sono molto sensibile. Sono così arrivata a un punto di rottura, in cui ho detto “basta”».

Perchè ha scelto Bratislava?

«Sono arrivata l’estate scorsa con un amico, Daniel Di Dionisio che mi propose di trasferirmi. Sono una donna libera, non sono sposata e non ho figli e amo viaggiare. Bratislava è una città bellissima di cui mi sono innamorata. Qui c’è la sede di tantissime multinazionali e nessuno ti sbatte le porte in faccia. Ci sono Amazon, Ibm, Johnson. Per me vale la regola è “inutile piangersi addosso”. Ho ritrovato la dignità e il rispetto per me stessa».

Il suo futuro dunque non lo vede più in Italia?

«Quando respiri l’estero ne vuoi sempre di più. Il mio trasferimento a Bratislava non lo vedo come un punto di arrivo ma come punto di partenza. Per me questa è stata solo un’iniezione di fiducia. All’ultima domanda, su chi sia il suo artista preferito risponde: «La voce di Mia Martini vivrà dentro di me per tutta la vita».

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