Mafia dei pascoli, maxi multe e sequestri 

Scoperti ovini di dubbia provenienza e carcasse di animali forse uccisi da un orso: 20mila euro di sanzioni agli imprenditori

CASTEL DI SANGRO. Controlli a raffica nelle stalle e sulle montagne dell’Alto Sangro per verificare la regolarità degli animali movimentati in transumanza. Ma soprattutto per contrastare la cosiddetta “mafia dei pascoli”, che negli ultimi anni sta interessando sempre di più le montagne d’Abruzzo. Nei giorni scorsi i carabinieri forestali di Castel di Sangro hanno sequestrato ovini di dubbia provenienza e in alcune aziende zootecniche del comprensorio hanno elevato complessivamente sanzioni pari a 20mila euro. L’operazione è stata portata avanti in collaborazione con il personale medico del servizio veterinario di Castel di Sangro della Asl. I carabinieri forestali hanno sequestrato in un’azienda agricola di Barrea, dieci carcasse di ovini (uccisi verosimilmente da un orso), non risultate in regola con le norme relative all’identificazione. Da un controllo effettuato sulla Statale 17 è stato anche accertato che quattro bovini e un cavallo venivano trasportati senza la documentazione contenente le informazioni previste dalla legge, mentre due bovini erano sprovvisti del doppio marchio auricolare di identificazione, che viene apposto sull’animale entro 20 giorni dalla nascita e, in ogni caso, prima che l’animale lasci l’azienda. Numerose ispezioni sono state effettuate nelle aziende zootecniche, al fine di verificare se le condizioni del bestiame fossero in linea con le direttive imposte dall’Unione Europea, nonché per prevenire l’eventuale diffusione di malattie infettive. È stato accertato che alcuni allevatori non avevano provveduto a comunicare all’autorità competente il passaggio di proprietà dei loro animali, entro sette giorni dalla vendita. Per quel che riguarda le procedure per la movimentazione degli animali per ragioni di pascolo, è stato accertato che, nel Comune di Alfedena, in località “Campitelli”, era stata introdotta una mandria di circa 100 bovini, sprovvista del certificato di origine e sanità e senza che il proprietario avesse presentato la richiesta di autorizzazione.
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