Marcia indietro Asl, riaperta Chirurgia 

Decisione dopo le polemiche, ma i medici continuano a mancare. Il sindaco Caruso: «Primo passo, ora vigileremo»

CASTEL DI SANGRO. Riapre il reparto di chirurgia dell’ospedale di Castel di Sangro. A decidere di riattivare i ricoveri e rendere nuovamente operativa la divisione con 11 posti letto, dopo l’insurrezione delle ultime ore, è stata la direttrice sanitaria della Asl, Simonetta Santini, al termine della riunione di ieri mattina con i dirigenti aziendali e il sindaco Angelo Caruso. Il provvedimento era stato preso per la carenza del personale medico, che di fatto però resta. La pianta organica del presidio ospedaliero prevede la presenza di 6 dirigenti medici più il primario. Negli ultimi tempi il numero dei medici era sceso prima a tre, con turni impegnativi per garantire la copertura delle emergenze, e poi addirittura a una sola unità. Per questo motivo il direttore del dipartimento chirurgico dell’Asl, Walter Di Bastiano, aveva deciso di sospendere i ricoveri nella divisione ospedaliera.
«È stato ripristinato il servizio di chirurgia secondo il modello organizzativo in essere prima della sospensione», spiega Caruso, «e si è deciso di definire la caratterizzazione dell’attività chirurgica dell’ospedale confidando sulla disponibilità delle strutture chirurgiche di Avezzano e L’Aquila. In altri termini, si sta lavorando con la piena condivisione della direzione sanitaria dell’Asl per collocare nella struttura ospedaliera di Castel di Sangro gli interventi specialistici che non necessitano di strutture complesse».
La prossima settimana, infatti, sarà convocato un tavolo dove parteciperanno i capi dipartimento della chirurgia dell’azienda per individuare i medici disponibili e le attività chirurgiche da svolgere all’ospesale di Castel di Sangro, che continua a soffrire per la carenza del numero di medici in servizio. Un problema che persiste da tempo e che, sinora, non è mai stato affrontato in maniera concreta. «Ho raccolto la disponibilità della direttrice sanitaria dell’Asl», aggiunge il sindaco Caruso, «a pubblicare una avviso specifico per l’ospedale di Castel di Sangro per reperire chirurghi. Sono parzialmente contento del risultato ottenuto, di certo non sarò soddisfatto fino a quando non avremo definito e risolto per sempre l’assetto della chirurgia».
Le prospettive future, visti i recenti impegni, potrebbero essere positive per l’ospedale di Castel di Sangro che, nonostante abbia una buona struttura, non è stato utilizzato al pieno delle potenzialità. «È stato invece depotenziato assieme a tanti altri servizi essenziali per i cittadini», commenta Silvano Di Pirro, segretario provinciale del Partito della rifondazione comunista, «tant’è che nelle aree interne della nostra regione la situazione sanitari è drammatica. La chiusura del reparto di chirurgia dell’ospedale di Castel di Sangro è l’ultimo episodio di una lunga serie di soppressioni di servizi che, a prescindere da chi governa la Regione, risponde solo alla logica dei numeri, dei bilanci e del presunto risanamento dei conti pubblici a danno delle popolazioni».
Le attività chirurgiche erano state sospese due giorni fa senza preavviso. Da qui le tante proteste che hanno costretto l’Asl alla marcia indietro.
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