Masciocchi: «Con me un nuovo slancio» 

Il prorettore vicario uscente e docente di Radiologia (la sua perizia ha riaperto il caso-Cucchi) si candida: «Meno burocrazia»

L’AQUILA. Per anni ha lavorato gomito a gomito con la rettrice uscente Paola Inverardi. Domani Carlo Masciocchi, ordinario di Radiologia (sua la perizia che ha riaperto il caso di Stefano Cucchi), direttore del reparto di diagnostica per immagini dell’ospedale e prorettore vicario uscente, tenterà di succederle, battendo già in prima votazione l’altro candidato alla poltrona di rettore, Edoardo Alesse.
Professor Masciocchi, cosa l’ha spinta a candidarsi?
«Voglio mettere a disposizione dell’Ateneo le mie competenze e la mia esperienza maturate in questi anni anche come prorettore vicario. Ritengo, inoltre, che il mio essere aquilano di nascita e di vita possa essere di testimonianza che l’Università deve e vuole essere parte integrante di questo territorio e del suo tessuto sociale».
Quali sarebbero i primi tre obiettivi del suo mandato da rettore?
«Un sistema universitario “solido”, ben organizzato dove le procedure interne sono fluide, semplificate, e la burocrazia inutile abolita. In secondo luogo stimolare la collaborazione tra tutti gli “attori” che operano in Ateneo (docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti) creando un senso di “comunità”. Infine, è necessario dare uno slancio nuovo per completare le opere di riedificazione e di adeguamento sismico delle sedi».
Come giudica l’operato della professoressa Inverardi? Cosa cambierebbe?
«L’operato della rettrice e della governance ha ottenuto importanti risultati sia nei settori della didattica che della ricerca dove l’Ateneo ha visto riconosciuto un suo dipartimento tra quelli di eccellenza nazionale. Inoltre, moltissimo è stato fatto in termini di internazionalizzazione e di coinvolgimento nelle varie attività del territorio partecipando quindi attivamente allo sviluppo locale mediante la cosiddetta terza missione. Dove forse siamo risultati carenti è stata la comunicazione, che dovrà essere implementata valorizzando il ruolo crescente di nuove tecnologie e social».
Come immagina l’Ateneo tra 6 anni: un Ateneo d’élite, con pochi iscritti molto produttivi, oppure con le porte aperte e un numero di iscritti sempre crescente?
«La “vocazione” del nostro Ateneo è da sempre quella di dare un’ampia offerta formativa che, oggi, è costituita da ben 68 corsi di laurea. Il numero di studenti che vivono la nostra realtà è di oltre 19.500 che ci pone tra gli Atenei di medie dimensioni. Ricercare un aumento del numero d’iscrizioni dev’essere obiettivo dell’Ateneo tenendo conto però delle risorse da poter mettere in campo».
Giusto mantenere la maggior parte dei corsi di laurea a numero programmato?
«In realtà se tra i 68 corsi di studio si escludono quelli programmati a livello nazionale, solo 5 hanno un numero programmato locale. Penso che il numero di studenti ammissibili a una classe di lauree magistrali non possa essere inferiore al contingente programmato per la corrispondente triennale. Nelle condizioni che abbiamo, appare difficile sostenere un accesso senza limitazione a tutti i corsi triennali. Si tratta comunque di materia in evoluzione normativa».
Meglio un Ateneo con sedi decentrate o auspica un rientro in centro storico?
«Anni fa fu operata una scelta ben precisa che vedeva l’Ateneo articolato in differenti poli: Roio, Coppito e il centro. Credo che questa scelta sia tuttora valida».
L’Aquila è a misura di universitari? Cosa bisogna migliorare anche nel rapporto con le altre istituzioni?
«L’Aquila dev’essere città universitaria. È necessario attivare un tavolo permanente di dialogo e confronto tra Università e Comune, ma anche con la Regione e l’Azienda per il diritto agli studi. Con gli studenti aprirò un’agenda per definire le necessità e stabilire priorità d’interventi e modalità operative».
Riguardo alla tassazione studentesca, ritiene ci siano correttivi da apportare?
«Se da una parte la tassazione massima è tra le più basse d’Italia, è altrettanto vero che un nuovo ragionamento dev’essere riaperto circa il valore massimo Isee da considerare. Su questo argomento sono convinto che si debba procedere con un’analisi fatta da un gruppo di lavoro dove siano presenti anche rappresentanze studentesche».
Che cosa augura al futuro rettore?
«Che possa lavorare con serenità pur nella complessità di gestione dell’Università aquilana. Soprattutto, però, spero e confido che il clima collaborativo oggi diffusamente presente si rafforzi».
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