Mercato, è braccio di ferro sulla sede 

Gli ambulanti vogliono il trasferimento in centro mentre i commercianti dell’area Nord si oppongono allo spostamento

AVEZZANO. Acque sempre più agitate sul mercato dove, in attesa della decisione del commissario, Mauro Passerotti, è in atto un duro braccio di ferro tra i commercianti dell’area Nord e centro, sostenuti dalle associazioni degli ambulanti e dagli ex amministratori schierati per il ritorno alla location storica.
Fiva Confcommercio, Confesercenti e Cidec alzano un muro di fronte alla richiesta dei commercianti della zona Nord scesi in campo per stoppare la decisione del commissario. «Nel consiglio comunale di fine aprile 2019», sottolineano Giovanni Cioni, Carlo Rossi e Roberta Masci, «fu deciso che il mercato cittadino del sabato doveva essere riportato in centro e trovare la soluzione entro 30 giorni. Quella decisione degli eletti del popolo va rispettata e attuata». Nessun rinvio, quindi, per le associazioni, che, alla luce del crollo degli incassi lanciano l’allarme sul futuro.
«A differenza di quando il mercato si svolgeva in piazza Torlonia», dicono i rappresentanti, «nella zona Nord sono diminuiti di circa il 70%: il tempo è scaduto, il commissario prefettizio, che ha i pieni poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale ci convochi e si decida immediatamente la sede del mercato in centro città, dove si è svolto per cento anni, altrimenti parecchie aziende non arriveranno a festeggiare il Santo Natale».
Sul fronte opposto i commercianti dell’area Nord che puntano il dito contro gli ex consiglieri, Alessandro Pierleoni, Donato Aratari, Vincenzo Ridolfi, Maria Antonietta Dominici e Leonardo Rosa, “rei” di parteggiare per i colleghi del centro, che usufruiscono già di due aree mercatali in piazza Risorgimento e piazza del Mercato.
«La scelta tra le 5 aree alternative a quella Nord», affermano, «implica valutazioni sulla sicurezza, la viabilità e il decoro capaci di alterare l’assetto urbano, sicché, visto che non vi è alcun obbligo di spostamento del mercato, ma soltanto un impegno a individuare l’area, la decisione andrebbe lasciata al prossimo consiglio democraticamente eletto laddove anche gli interessi della zona Nord, nella quale vive un quarto della popolazione, potranno essere rappresentati e confrontati con quelli del centro».
Tutti, comunque, invocano un incontro con il commissario prefettizio per perorare la causa, mentre si attende l’annunciato confronto sulle cinque possibili sedi in centro al vaglio dei dirigenti.
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