Multa in ritardo di 12 anni

Arriva con l’importo in lire per una violazione del 1997.

SULMONA. Il postino suona con 12 anni di ritardo. Una multa - elevata nel 1997 per una violazione nella Ztl - è stata consegnata ieri mattina. Per lo sbigottimento della sulmonese che si è ritrovata con quel foglio rosa in mano con l’importo in lire (129mila). Ma l’infrazione non sarà pagata perché prescritta.

«Che sorpresa», racconta Peppe Ladisa, marito della multata, «nostro figlio ci ha chiamati dicendoci che a casa della nonna era arrivata questa multa del 1997 e relativa a una nostra vecchia macchina, una Opel Astra che non abbiamo più da diverso tempo».
La multa era stata elevata a Maria, moglie del parrucchiere sulmonese. Nel verbale veniva contestato alla proprietaria dell’automobile l’accesso «privo di autorizzazione nella zona Ztl», precisamente in via Angeloni. Erano le 17,42 del 14 gennaio 1997. E la zona a traffico limitato, ai tempi dell’allora sindaco Bruno Di Masci, era già in vigore. L’ammontare da pagare era di 129mila lire. «Lascio immaginare lo sbigottimento», aggiunge Ladisa, «quando ho visto questa raccomandata con dentro la multa, quella multa di ben dodici anni fa. Stentavo a crederci. Ed è strano che in tutti questi anni non sia mai arrivato un sollecito di pagamento».

Di quella infrazione, ormai, tutti si erano dimenticati.
Eppure l’Ufficio contravvenzione dei vigili urbani di Sulmona la multa l’aveva spedita, e anche abbastanza in fretta. Sulla busta verde - che rivela anche nel suo «stile» e dai segni lasciati dalla cucitrice che fermava la ricevuta di ritorno della raccomandata - la sua non più giovanissima età, oltre al timbro del corpo di polizia municipale di Sulmona, infatti, c’è anche quello dell’ufficio postale. Dopo tutti questi anni, a vivo inchiostro rosso, si legge il timbro postale con la data del 4 aprile 1997 e l’affrancatura di 8300 lire.

Dove sia rimasta per tutto questo tempo la raccomandata e da quale parte sia finita non si sa. Certo è che ieri mattina è stata imbucata nella cassetta della posta di un vecchio indirizzo della donna. In dodici anni e mezzo ne sono cambiate di cose. È cambiata anche la moneta e quelle 129mila lire, che campeggiano come cifra dovuta in fondo al verbale, forse danno anche un po’ di nostalgia. Nessuno dovrà pagarle e non solo perché di lire, di questi tempi, sarebbe difficile trovarne, ma perché la multa è caduta in prescrizione.
Per una volta, grazie a un errore quasi certamente imputabile a un disservizio delle Poste, una multa è più simpatica delle altre. Almeno per la sua curiosa storia.