Niente megatruffa Giudice proscioglie De Amicis (Agorà)

L’AQUILA. L’accusa era pesante, ma si è dissolta ieri in udienza preliminare. L’imprenditore Vittorio De Amicis, 50 anni, nato ad Avezzano ma residente nell’Aquilano, è stato scagionato dall’accusa...

L’AQUILA. L’accusa era pesante, ma si è dissolta ieri in udienza preliminare. L’imprenditore Vittorio De Amicis, 50 anni, nato ad Avezzano ma residente nell’Aquilano, è stato scagionato dall’accusa di non aver versato l’imposta sul valore aggiunto per un ammontare che sfiora il milione di euro. De Amicis è il titolare dell’azienda Agorà, con sede nel nucleo industriale di Sassa, specializzata in affitti e installazione di strutture a attrezzature audio video e grafica per eventi. Un’azienda che opera anche fuori dai confini italiani.

Si tratta di una società molto attiva nel settore che fu fondata da Vittorio De Amicis nel 1990, insieme con il fratello Wolfango: i due, a loro volta, sono fratelli di Leonardo De Amicis, noto direttore d’orchestra Rai.

Vittorio De Amicis, unico imputato, assistito dall’avvocato Roberto Madama, più in particolare, era accusato di non aver versato tutta l’imposta che doveva, ma il quaranta per cento in meno.

La seconda contestazione è connessa con il sisma del 2009. Nel senso che avrebbe dichiarato falsamente l’esistenza di una sede operativa all’Aquila alla data del 6 aprile di 7 anni fa inducendo in errore il Fisco, con un ingiusto profitto costituito dal pagamento delle imposte ridotto per via del terremoto.

Tutto ruotava, infatti, sulla esistenza o meno di una sede aquilana prima del sisma. Ma non è stato difficile dimostrare, da parte del legale di De Amicis, che la sede in città di questa azienda era ben nota a tutti e si trovava in centro storico. E, ironia della sorte, tutti coloro che erano nell’udienza camerale ben sapevano dell’esistenza di questa sede per cui il giudice ha respinto la richiesta di rinvio a giudizio che la Procura aveva presentato.

La richiesta di processo, sulla scorta di indagini della Finanza, era stata inoltrata dall’ex procuratore della Repubblica Fausto Cardella ora trasferitosi a Perugia.

Il gup ha poi esaminato, senza prendere una decisione, un considerevole numero di fascicoli per i quali esiste opposizione delle parti civili dopo la richiesta di archiviazione del pm.(g.g.)

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