Novembre del 1461, il terremoto “gemello”

L’Archeoclub rievoca il sisma di 553 anni fa, colpi la zona Est e distrusse Onna e Castelnuovo

L’AQUILA. Mauro Rosati, vicepresidente Archeoclub L’Aquila, in una nota rievoca il terremoto del 1461.

«Il 26 novembre 1461, 553 anni fa», scrive, «all’ora quinta della notte (tra le 21 e le 22), una forte scossa danneggiò gravemente la città di Aquila e alcuni centri del contado, in un settore limitato a Sud-Est della città stessa, lungo la media valle dell’Aterno. Le fonti parlano di una sequenza sismica iniziata nelle settimane precedenti e proseguita, dopo la scossa principale, fino ai primi mesi del 1462 con varie repliche. Nelle cronache il giorno della scossa viene spesso indicato nel 27 novembre 1461 ma ciò si spiega con il fatto che in passato il nuovo giorno non iniziava con la mezzanotte ma all’imbrunire, per cui, considerando che nel mese di novembre fa notte intorno alle 17, si spiega come “l’ora quinta della notte”, (corrispondente all’ora dalle 21 alle 22), orario della scossa, appartenesse già al 27 novembre. Sulla base dei danneggiamenti descritti dalle fonti dirette e indirette, sembra che il sisma del 1461 sia stato molto simile a quello del 2009, in particolare per quanto riguarda i centri coinvolti e la localizzazione ipotetica dell’epicentro. In base al Catalogo parametrico dei terremoti italiani la potenza stimata del terremoto dovrebbe essere stata pari a magnitudo momento 6,4, con epicentro ipotetico poco a Sud dell’abitato di Poggio Picenze; considerata l’estensione ridotta della zona coinvolta è probabile che il sisma abbia avuto un ipocentro abbastanza superficiale. Le fonti storiche parlano di circa 80 vittime nella città di Aquila, di altre in alcuni ospedali cittadini e di altre decine ancora nel contado, con la distruzione pressoché totale di Castelnuovo e Onna, e quasi totale per Poggio Picenze e Sant’Eusanio Forconese, un quadro molto simile a quello del 2009. Il numero totale delle vittime, tra città e contado, è stato stimato in circa 150 (Antonini, 2010). In città i danni riguardarono soprattutto i Quarti di San Giovanni (o San Marciano) e di San Pietro, gli stessi che risultano maggiormente danneggiati dal recente terremoto del 2009. Si ipotizza inoltre che gli effetti sismici del 1461 furono resi più gravi dalla probabile presenza di danni più lievi provocati dall’onda d’urto del terremoto avvenuto cinque anni prima nel Sannio (al confine tra le province di Campobasso e Benevento).