Nuovo ospedale da aprire scendono in campo i sindaci 

Giovedì si terrà il vertice convocato all’Aquila dall’assessore regionale Verì  Tra i punti in esame anche la riorganizzazione della rete sanitaria territoriale

SULMONA. Ospedale da mettere in funzione dopo il taglio del nastro dello scorso 4 dicembre e rete sanitaria territoriale da riorganizzare: questi i punti su cui i sindaci del Centro Abruzzo dovranno confrontarsi con la Regione giovedì, nel corso dell’incontro convocato dall’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.
Il vertice si terrà alle 14 al Palazzo dell’Emiciclo, all’Aquila, per raccogliere le esigenze del territorio in fatto di sanità. L’incontro arriva dopo le dure critiche all’indirizzo della Regione esternate nei giorni scorsi dal sindaco Annamaria Casini, che aveva parlato di «assordante silenzio», sollecitando «l’apertura del tavolo per definire la classificazione dell’ospedale di Sulmona e la permanenza del punto nascita». «È ormai noto da anni che la logica dei numeri non è a favore del nostro territorio, come pure le ragioni dei tecnici», ha fatto notare il sindaco, «la politica oggi deve dare risposte, anzi deve rispettare il patto con gli elettori della Valle Peligna, che hanno creduto alla promessa di una politica in discontinuità e a un investimento reale su ospedale e Punto nascita, tanto da assicurarne il mantenimento in un presidio sanitario di I livello. Per ora, invece, solo un assordante silenzio».
Annuncia battaglia anche il sindaco di Prezza, Marianna Scoccia, consigliere regionale Udc. «Basta fare rimpalli con la precedente giunta», ha detto in più occasioni. «Oggi ci siamo noi e dobbiamo dare risposte chiare e concrete. Io mi batterò e mi auguro di riuscire insieme a valutare delle proposte significative per il nostro ospedale».
Il vertice di giovedì dovrà rimettere al centro dell’agenda politica regionale la questione sanità territoriale e quella piuttosto rovente dell’ospedale nuovo che rischia di restare un contenitore vuoto, anche se di ultima generazione. Tutto ciò tenendo conto che la riorganizzazione del sistema sanitario investe anche quella branca della sanità che si svolge sul territorio, ferme restando le prestazioni prenotate che saltano per sistemi di organizzazione interna, reparti con un solo medico che vanno avanti a fatica, medici che vanno in pensione e che vengono rimpiazzati dopo anni.
«Inutile ad esempio parlare di numeri, se da noi un paziente ospedaliero non riesce a fidelizzarsi col proprio medico perché dopo qualche mese lo trasferiscono», ha dichiarato la consigliera regionale della Lega, Antonietta La Porta.
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