Occupazione a Collemaggio, tutti assolti

Undici imputati (tra cui gli attivisti del comitato 3e32) scagionati dal giudice per le vicende del centro sociale “Casematte”

L’AQUILA. Casematte magari sì, ma non abusive. «Il fatto non sussiste». Così ha deciso, dopo sei anni di verbali, testimonianze, interrogatori, udienze il giudice Giuseppe Grieco che ha assolto undici imputati dall’accusa di invasione di terreni o edifici per la vicenda di Casematte, lo spazio sociale all’interno del parco dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio (di proprietà dell’Asl) da associazioni e movimenti della variegata galassia del comitato 3e32. Gli assolti sono: Gianluca Taralli, Alessandro Tettamanti, Angelo Venti, Marco D’Antonio, Francesco Camizzi, Giuseppe Gasbarri, Alessandra Di Vincenzo, Marco Sebastiani, Mattia Lolli, Sara Vegni e Alessio Di Giannantonio.

LACRIME E CLACSON. Alessandro Tettamanti, appena il giudice pronuncia il dispositivo che lo scagiona, si commuove fino alle lacrime ricordando Fabrizio Pambianchi, tra i promotori del movimento, finito alla sbarra con gli altri e scomparso a novembre 2013. «Mi viene da pensare a Fabrizio, che è stato assolto con noi, non ce l’ha fatta ad arrivare fino a oggi, però è un compagno e un amico che ha costruito quest’esperienza frutto delle nostre energie, che in sette anni sono inevitabilmente cambiate. È un giorno importante per tutta la città, perché la sentenza riconosce quest’esperienza pienamente legittima, anche dal punto di vista giuridico, dopo un’assurda persecuzione politica. Noi, ora, rilanciamo su Collemaggio: vogliamo che quell’area sia salvata dal degrado e dell’abbandono: noi abbiamo tenuto un lumicino acceso in un’area buia, deserta. Deve diventare una cittadella della creatività, l’opposto della contenzione che ha rappresentato per anni. Ancor prima che da un’aula di tribunale, siamo sempre stati legittimati dalla città e dalla comunità che la vive». La difesa deposita una lettera dell’Asl al Comune che avvia l’iter per la gestione. Dopo gli applausi in aula (sit-in a sostegno degli imputati), la festa prosegue fino a Collemaggio con un carosello di auto a clacson spiegati e bandiere al vento.

IL PM: NESSUN REATO. Il pm onorario Andrea Marin chiede l’assoluzione per tutti perché «manca l’arbitrarietà» nella condotta contestata agli imputati. In sostanza, secondo la ricostruzione dei fatti, quando gli attivisti si spostarono da via Strinella a Collemaggio vi fu una sorta di benestare dell’allora manager Roberto Marzetti. Il successore Giancarlo Silveri mosse guerra al comitato e la vicenda diventò un braccio di ferro politico. Esulta il nutrito collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Gregorio Equizi, Lorenzo Cappa, Luca Maria Ferrucci, Andrea Filippi De Santis, Roberta Ruggeri, Dario D’Alessandro, Augusto Frezza.

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