contro l’assoluzione di un’allevatrice

Omicidio colposo, appello dei familiari di un pensionato

SULMONA. «Presenteremo appello alla sentenza di primo grado perché siamo convinti che nel processo d’appello saranno accertate tutte le responsabilità che hanno portato alla morte di nostro padre»....

SULMONA. «Presenteremo appello alla sentenza di primo grado perché siamo convinti che nel processo d’appello saranno accertate tutte le responsabilità che hanno portato alla morte di nostro padre». Non si arrende la famiglia di Pio Leonardo Campana, il pensionato di 75 anni morto dopo essere caduto dalla Vespa 50, secondo l’accusa a causa di una mandria di cavalli che gli avrebbe tagliato la strada. E tramite i suoi legali Aldo e Sabrina Di Ianni, annuncia di voler ricorrere in appello contro l’assoluzione dell’allevatrice Sandra D’Amico, proprietaria dei cavalli, oggetto del capo d’imputazione. «Le motivazioni della sentenza di assoluzione che è arrivata per insufficienza di prove e non con formula piena, parlano chiaro», affermano i due legali, «accertano, infatti, che la mandria di cavalli dell’imputata, era sulla carreggiata quando Leonardo Campana è transitato ed è caduto dalla sua Vespa. «Va precisato», concludono gli avvocati Di Ianni, «che il pensionato è deceduto nell’ospedale civile di Castel di Sangro, tre ore dopo l’incidente a causa delle ferite riportate nella caduta provocata dai cavalli. E la verità verrà fuori nel processo di’appello». (c.l.)

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