Operato 5 volte, condannati Asl e medico 

Risarcimento di 500mila euro disposto dal tribunale civile di Avezzano per il figlio di un paziente deceduto a 54 anni

AVEZZANO. Una morte avvenuta dopo cinque interventi chirurgici, necessari a causa di complicazioni. È l’odissea di un paziente che lo ha portato alla morte dopo settimane di sofferenze. Subito dopo, l’indagine giudiziaria e ora la sentenza, che condanna l’Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, oltre a un medico, a pagare un risarcimento di mezzo milione di euro ai familiari.
Si è conclusa così, dopo un lungo iter giudiziario, la vicenda scaturita dalla morte all’ospedale di Popoli di un marsicano, P.G., ricoverato e curato a più riprese all’ospedale di Tagliacozzo. L’uomo aveva 54 anni quando perse la vita a causa di un complesso e paradossale iter clinico. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico del tribunale civile di Avezzano Andrea Dell’Orso.
Il paziente, affetto da problemi al colon, venne ricoverato il 23 marzo 2004 all’Umberto I per problemi addominali. Fu sottoposto a un primo intervento chirurgico, dimesso e poi nuovamente ricoverato alla metà di aprile per una sospetta artrosi, diagnosi rivelatasi, dopo pochi giorni, errata. Così il 22 aprile 2004 ci fu un secondo intervento chirurgico, necessario dopo l’esito di un esame radiografico. Tutto ciò scatenò un processo degenerativo, che portò a ben cinque interventi con il finale ricovero in rianimazione all’ospedale di Popoli e la morte per scompenso cardiaco acuto dovuto a uno shock settico. Venne aperto un procedimento penale per omicidio colposo al tribunale di Pescara, poi trasferito per competenza ad Avezzano. Sotto inchiesta finirono sei medici, allora in servizio all’ospedale di Tagliacozzo. In sede di udienza preliminare due di questi medici furono prosciolti e il processo proseguì a carico degli altri quattro. Le lungaggini, per perizie e altre udienze, fecero maturare la prescrizione del reato. È stato avviato quindi il giudizio civile che, dopo anni di udienze, ha portato alla decisione. La sentenza del giudice monocratico di Avezzano, ha attribuito la responsabilità dell’accaduto alla Asl e al solo primo operatore, con rigetto della domanda dei congiunti nei confronti degli altri tre medici. Con questa sentenza, l’Asl e il medico sono stati condannati a pagare un risarcimento per oltre 500mila euro a favore del figlio del 54enne, rimasto nel frattempo unico erede. I familiari erano assistiti dagli avvocati Giovanni e Alessandro Marcangeli, mentre l’Asl dal legale Claudio Verini e i medici dagli avvocati Pierluigi Pansini, Antonio Pascale, Stefania D’Ignazio, Luigi Ranalletta, Arianna Andreetti e Anna Tantalo.
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