«Organo di pregio lasciato tra le rovine della Cattedrale» 

La denuncia di Bologna: è uno strumento di grande valore un gioiello che, però, nessuno ha pensato di recuperare

L’AQUILA. «L’organo all’interno del Duomo è uno strumento musicale di grande valore, eppure dal terremoto del 2009 resta abbandonato tra le macerie della chiesa».
A lanciare l’allarme è il maestro Luciano Bologna, presidente dell’Associazione organistica aquilana, che da molti anni organizza concerti utilizzando proprio gli organi delle chiese aquilane, molti dei quali sono stati salvati e messi al riparo dopo il sisma. Non è stato così invece, per l’organo della Cattedrale di San Massimo.
«Si tratta di un organo monumentale realizzato dalla ditta Inzoli nel 1903», spiega Bologna, «uno strumento dal grande valore storico e musicale lasciato in completo abbandono, un prestigioso strumento introdotto all’inizio del XX secolo all’Aquila e con particolarità uniche nel suo genere in Abruzzo».
L’organo», racconta ancora il presidente Bologna, «era il simbolo della rinascita della cultura musicale aquilana ed è sopravvissuto (anche se non più utilizzato, ma in perfetto stato di conservazione) fino al 6 aprile del 2009, giorno del terremoto che ha devastato la città. Al contrario di altri strumenti storici messi in salvo o in sicurezza, anche alcuni di scarso valore musicale, l’organo della Cattedrale di San Massimo ha subito le sorti di scelte politiche che lo stanno devastando per l’abbandono agli agenti atmosferici, all’attacco di ratti e insetti xilofagi. Ben venga la salvaguardia di quegli strumenti storici del XVII e XVIII secolo, quali l’organo dell’Oratorio de Nardis, o i resti dell’organo della basilica di Collemaggio, ma a mio parere è insopportabile che la burocrazia e la cultura, e con esse le menti intellettuali di questa città, non si siano accorti di uno strumento di così grandi dimensioni e di tale rilevanza storico-musicale».
«Si tratta di un gioiello che, se messo a disposizione della comunità culturale e musicale aquilana», conclude il presidente dell’Associazione organistica aquilana, «potrebbe rilanciare l’immagine e l’economia, con una più numerosa presenza di studenti delle classi di organo del Conservatorio cittadino, con una più soddisfacente attività didattica e concertistica. Per non parlare della maggiore qualità musicale nella liturgica non meno importante di quella concertistica».
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